di Antonino Bencivinni
A poche settimane dal 45esimo anniversario del terremoto che ha investito nel 1968 la Valle del Belice, sono stati approvati due provvedimenti, uno alla Camera, l’altro al Senato che assegnano ai comuni della Valle rispettivamente 10 milioni e 35 milioni di euro. Sono destinati alla ricostruzione del patrimonio edilizio privato ma anche al completamento di opere pubbliche già avviate. “Abbiamo utilizzato – ha evidenziato il sen. Tonino D’Alì, primo firmatario dell’emendamento apposito al testo della legge di stabilità – i soldi della Regione Sicilia ex Fas ora Fsc (fondo di solidarietà e coesione) che erano stati assegnati alla Regione ma non erano stati impegnati”. Alla conferenza stampa di presentazione dei provvedimenti tenutasi domenica 2 dicembre a Partanna, uno dei ventuno comuni colpiti dal terremoto del 1968, erano presenti oltre a tanti sindaci dei comuni interessati, anche il sen. D’Alì, la sen. Simona Vicari, l’on. Giuseppe Marinello e il coordinatore dei sindaci della Valle, Nicola Catania, protagonisti dell’azione di sinergia che ha portato al risultato importante per il Belice. Il trasferimento delle somme non risolverà i problemi del Belice, come hanno evidenziato i relatori. “La ricostruzione – ha ribadito il sen. D’Alì – deve completarsi con un grande progetto di sviluppo economico di cui i sindaci della Valle dovranno essere i protagonisti assieme ad istituti di studio in grado di preparare la redazione delle giuste direttrici di sviluppo del territorio”. E sul futuro del Belice, più che sul suo passato, hanno insistito tutti i relatori. “Quello raggiunto – ha evidenziato, infatti, la senatrice Vicari – è il primo traguardo, gli altri si potranno raggiungere se voi sindaci sarete stati in grado di fare bene e se riuscirete a dimostrare di avere agito avvalendovi della spesa pubblica senza sprechi ed in maniera funzionale. Solo se saprete fare, sarà possibile in questo periodo di ristrettezze, chiedere poi ancora”. In considerazione dei risultati ottenuti col lavoro di tutti, il sen. D’Alì ha proposto la costituzione di un consorzio di bacino che identifichi un territorio, quello della Valle, che oggi si colloca nelle province di Palermo, Agrigento e Trapani. Come nota di colore della conferenza di presentazione del “risultato” (che deve molto ai deputati e senatori che l’hanno sostenuto, ma anche a Catania che è stato particolarmente attivo nel raggiungimento del risultato, cosa riconosciuta pubblicamente dagli stessi parlamentari presenti alla conferenza), le lamentele di Catania su un “presunto” boicottaggio da parte di qualcuno (e il riferimento al sindaco di Partanna Giovanni Cuttone sembrava più che esplicito). Il guaio è stato che anche i parlamentari presenti hanno parlato di “invidie” nei confronti di Catania. Al punto che molti dei presenti hanno pensato che si stesse preparando la strada alla candidatura di Catania per le prossime elezioni amministrative di Partanna. Cuttone non è intervenuto neanche come sindaco della città ospite della manifestazione. La guerra tra i due, a prescindere dai fondi del Belice, è in atto. Le loro candidature sembrano scontate. Ma c’è la candidata designata dal Pd (in unità -?- con l’Udc o una certa Udc), Giulia Flavio, i cui partiti di sostegno hanno la pretesa di vincere visto che si presentano contro un’amministrazione che in cinque anni ha dormito i sonni del giusto e vantano alla Regione Sicilia un presidente e un paio di deputati belicini. Ma nella contesa amministrativa partannese non dovrebbero mancare sorprese: ad esempio, quanto inciderà sulle possibili candidature il fatto che un “papabile” sindaco come l’ing. Angelo Mistretta sia stato candidato alla Camera (primo in Provincia di Trapani e quinto in assoluto) da quell’Udc che dovrebbe correre alle amministrative assieme al Pd? Ma potrebbero esserci ulteriori altri candidati: del gruppo del centro produttivo; del gruppo di cinque stelle; del gruppo degli arancioni. Se in un paese come Partanna in cui ci sono circa seimila votanti, si presentano quattro o cinque o addirittura sei candidati sindaco, chiaramente si fa il gioco di chi ha la macchina organizzativa elettorale più forte, in quanto per la nuova legge elettorale non ci sarà ballottaggio e il candidato che avrà anche un voto in più degli altri singolarmente considerati diventerà sindaco. Altra novità rispetto alle precedenti amministrative è il fatto che il voto dato ai candidati consiglieri non va in automatico al sindaco (come avveniva prima); in altri termini i voti del candidato sindaco sono quelli che gli daranno direttamente gli elettori con il loro “per”. A maggio allora ne vedremo delle belle? E Partanna avrà nuovamente Cuttone come sindaco? Oppure uno che farà al paese lo stesso bene che gli ha fatto lui? Speriamo che da un lato i politici e dall’altro lato gli elettori sappiano pensare al bene di Partanna e non al loro interesse personale e/o politico immediato e decidano, oggi che c’è il tempo, di seguire l’appello che abbiamo nei numeri scorsi rivolto ai cittadini e che qui ribadiamo: pensate ad un governo di salute pubblica e “pensate alla città, a tutto quello che ha perduto in questi venti anni ed al suo sfacelo economico nonostante le risorse possedute, ed agite di conseguenza. Il futuro, altrimenti, non ci presenterà niente di buono”.