PARTANNA – Il libro deve continuare ad essere di carta o deve essere sostituito da quello digitale? Qui di seguito l’opinione accorata dio un nostro lettore che parla della “resistenza del libro che profuma di carta”.
“Siamo a fine Agosto – scrive – mi trovo in spiaggia accanto alla mia famiglia. Ad un tratto davanti a me una bambina americana si siede e prende dalla sua borsa un libro digitale. Mi annienta e rimango lì per lì immobile.
E’ proprio lei, in questa foto, come a testimoniare la facile inversione di una realtà che non è più gradevole a nessuno. Nemmeno a chi ha sempre elogiato le nuove tecnologie.
No. Un libro digitale no, io voglio un libro vero, fatto di carta stampata; un libro che abbia un peso, che odori di libro, come del resto sono stati i libri degli ultimi cinque secoli e mezzo.
Voglio un libro che possa infilare in tasca e un libro da tenere geloso sugli scaffali della mia libreria.
Un messaggio d’ora in poi deve arrivare a tutti, giovani e meno giovani.
Teniamoci stretti con tutte le forze le belle pagine dei nostri volumi, così da salvaguardare quel profumo intenso, quell’odore misto a sensazioni che nessuno riuscirà a cancellare dalle nostri menti, anche quando le più variegate tecnologie vorranno minare i nostri propositi dandoci l’illusione che il digitale è il domani e il futuro.
Per un libro non è cosi affatto, perché un libro è la storia, un libro è magia, un libro è la nostra splendida, personale e incondizionata immaginazione, un libro è desiderio, un libro è per sempre”. di Giovanni Casciotta