E ora finalmente anche Partanna ha il suo bravo RSC, acronimo che sta per Rifugio Sanitario per Cani, altrimenti traducibile, più prosaicamente, in Canile. Ci son voluti ben dieci mesi (sette in più di quelli annunciati nella campagna elettorale), ma alla fine ce l’abbiamo fatta e la struttura è stata inaugurata alcuni giorni fa con una pompa degna del varo di un transatlantico o dell’immaginaria apertura del ponte sullo stretto di Messina, con tanto di presenza di alte autorità civili e religiose. Ma il movente di una cotale cerimonia ci sta tutto se si pensa che l’opera è stata realizzata a totale carico delle casse comunali. A tal proposito, forse, i soliti mal pensanti insinueranno che la nostra Amministrazione Comunale non sia in grado di ottenere finanziamenti dalla Regione, dallo Stato o dalla Comunità Europea. Ma non sarà che quella di affrontare le spese per la realizzazione del Canile con i soldi comunali sia stata una vera scelta di campo ? E che tale scelta affondi le radici nell’orgoglio dei nostri amministratori di distinguersi da quanti altri vanno meschinamente alla caccia di finanziamenti pubblici ? Non sarà che i Nostri rifuggano dall’umiliarsi a chiedere l’elemosina di un finanziamento ? Una cosa è certa: essi pensano e giocano in grande. Forse per smentire quell’antico detto che, assimilando il partannese ad un’arancia asciutta (vedi alla voce “aranciu” nel “Vocabolario Siciliano “ di Michele Pasqualino), gli appioppò l’appellativo di spilorcio o stretto di mano. E così, forse per una ormai consolidata scelta ludica di grandezza (vedi gestione del Castello e del Parco Archeologico), anche la Giunta Catania ha deciso di affondare le mani nelle tasche dei propri concittadini per realizzare ciò che la Regione normalmente finanzia. Auguriamoci soltanto che questi sacrifici possano servire ad assicurare permanentemente un tetto ai tanti (troppi!) cani randagi. E non fra dieci mesi, ma subito! Quanto meno prima della prossima estate, in modo da evitare agli abituali frequentatori del Corso e delle piazze principali del paese di sottoporsi ad una estenuante gimkana per non calpestare le zampe o la coda agli innumerevoli cani stesi a crogiolarsi al sole.