PARTANNA – L’ispettore scolastico Vito Piazza cura una rubrica “critica” nel mensile Kleos (cartaceo) per la quale riceve tanti apprezzamenti ma anche tanti dissensi. Dato che il prossimo numero di Kleos sarà in edicola il 19 luglio, quanto scritto dall’ispettore, che stavolta ha lanciato i suoi “strali” sulla cena di beneficenza al Castello Grifeo che si è tenuta una decina di giorni fa ed ha coinvolto i “nobili”, avrebbe avuto un tempo di attesa eccessivo col rischio di una perdita del “momento” della notizia stessa; pubblichiamo quindi on line le riflessioni critiche dell’ispettore su quell’evento.
di Vito Piazza
Premessa necessaria.
Scrivo su Kleos da parecchio tempo. Ho ricevuto assensi e dissensi. Ho ricevuto però anche insulti che pur se sgrammaticati e abbondanti di ignoranza, (una per tutti ipertrofia dell’io invece che dell’EGO) NON confondo le persone con le prestazioni.
Posso fare una azione cretina, ma rimane cretina l’azione non sono cretino. E così per l’articolo che segue. Do giudizi (no, considerazioni) su FATTI. Non su persone. E qualora gente brava a scagliare il sasso e nascondere la mano dovesse entrare nella mia privacy, sappia che ora anche a Partanna ho un avvocato, un grande avvocato.
Si chiama Gianni Caracci, il migliore.
Informa che se esistono gli estremi per la calunnia denuncerò. L’ho già fatto contro il Giornale di Feltri e a favore del Corriere della sera. Ora, fatto salvo l’articolo 21 della nostra Costituzione scrivo qui di seguito. Accetto le critiche alle mie IDEE e opinioni. Non accetto giudizi su Vito Piazza.
Serata di gala al Castello.
Togliamo subito un possibile equivoco: non parlo per invidia. Ho tutti i difetti, ma la mia autostima è ipertrofica a tal punto che se potessi scegliere di essere un altro sceglierei di essere me. E vi assicuro che vivere 24 ore al giorno con Vito Piazza è complicato e difficile. E il fatto che non abbia fatto parte del GALA’ del Castello fa onore agli organizzatori che per non offendere la mia sensibilità non mi hanno invitato. Sarebbe stato – dice Tawney – l’insolente invito a parenti non graditi nella certezza che non avrebbero potuto partecipare. I famosi “parenti poveri”.
Un primo “Grazie” agli organizzatori per due motivi: il primo e il più importante è che non ho mai posseduto un abito di gala: e nel vestito della prima comunione – l’unico vestito di gala – non ci stavo più. Il secondo è che essendo CAVALIERE DELLA REPUBBLICA per meriti e “motu proprio” (vale a dire su iniziativa del Presidente stesso) se fossi andato alla festa della nobiltà mi avrebbero “scancellato” dall’Ordine.
Siamo rigidamente repubblicani. E poi non posso vedere i padri dell’Italia piangere: Mazzini guarda l’erba dalla parte delle radici, non ne sarebbe stato felice. Ma il discorso è ancora più serio. Riguarda la comunità partannese e l’inclusività. Pochi sanno che ho diretto la più famosa scuola del mondo per gravi handicappati psichici: la scuola Treves di Milano. L’ho distrutta. Era un ghetto dorato. Una nave dei folli mandata via sulle rive del Reno. Perché l’acqua, monda, l’acqua purifica, l’acqua allontana dai normali i perversi, i segnati da Dio. Alla festa del Castello hanno alzato il ponte levatoio. Dentro i nobili, fuori gli straccioni, la plebe, la nave dei folli.
A parte il fatto che non esistono né sono mai esistite famiglie nobili partannesi (per fortuna: visto che la loro caratteristica è sempre stata quella di disprezzare il lavoro specie se manuale) ogni evento o attività che esclude è reazionario e razzista. Per questo siamo l’unico Paese al mondo che accoglie e si sforza di integrare – di più – INCLUDERE i portatori di handicap.
Non so chi abbia organizzato la serata di gala. Non mi interessa. SO CHE HA AVUTO IL BENEPLACITO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE.
Non è stata spesa una lira o un solo EURO.
Ma si è “favorita” un’iniziativa riservata a pochi da parte di CHI DOVREBBE AVERE RIGUARDO a tutti. Si legga o rilegga l’art. 3 della nostra Costituzione. Ogni azione discriminante è da condannare. Lo so, i poveri “nobili” decaduti hanno bisogno di aiuto, di visibilità. Che cazzo vengono a rompere i coglioni quei pezzenti di partannesi disoccupati, affamati, senza futuro? Futuro è una parola terribile: meglio la FAMA che la Fame. E allora vorrei chiedere al sindaco per cui io ho votato: PERCHE’? Hanno promesso posti di lavoro? Hanno devoluto i soldi a qualche associazione benefica? Hanno dato lustro a Partanna? O hanno semplicemente attivato una cooptazione per quei poveri provinciali che non essendosi mai mossi dal paese sono e rimaranno nella subcultura del provincialismo?
I nobili non danno lustro, danno il superfluo a chi ha bisogno del necessario: fa niente se per i “nobili” io preferisco la ghigliottina? Fa niente se tutti i partecipanti – inconsapevoli – hanno ripetuto l’aneddoto di Maria Antonietta che prima di perdere la testa a chi gli diceva che il popolo rumoreggiava perché “Maestà, non hanno pane” la Maria Antonietta rispondeva: “E voi date loro le brioches!”?
Ma il provincialismo di di chi dice: Io c’ero è insopportabile.
Il legame con l’aristocrazia non ci appartiene. E aristocrazia vuol dire Savoia. Quei Savoia che hanno mandato a morire nella prima guerra mondiale 300 mila siciliani per conquistare Trento e Trieste che avevano meno di 500mila abitanti.
I morti partannesi segnati su lapide volevano uscire dalle tombe. Per scannare i nobili partecipanti alla serata di gala. Come dar loro torto?
Chiedo al sindaco la trasparenza: chi c’era, con quali criteri sono stati scelti i nobili partecipanti, quanto è costato il tutto. Solo il tempo di indossare un ridicolo farfallino?
Che male c’è?
C’è. Il tempo del sindaco e degli assessori appartiene ai cittadini di Partanna.
Basta con il gettare il sasso e nascondere la mano.
Nomi e cognomi e perché e come. Altrimenti che vadano via tutti. O rimangano chiusi nel Castello. Per sempre.
Nel mio piccolo sono sempre stato il presidente del Premio di Poesia “Città di Partanna”. Sono un signor Nessuno. Ma presiederò SOLO DOPO UNA DISINFESTAZIONE DEL CASTELLO. Altrimenti no. Non ci sarò. Anche chi è nato povero ha una dignità. O non lo sapevano i signori del Gala’?
Chiedo scusa a tutti. Ma se i PRINCìpi vengono sostituiti dai PRìNCIPI siamo proprio nella merda.
Vito piazza