Oggi Sagra della salsiccia

SANTA NINFA – Oggi 2 agosto, a partire dalle ore 20.00, a Santa Ninfa, dopo diciannove anni dalla prima edizione, si svolgerà la tradizionale “Sagra Della Salsiccia”, con stand che si snodano lungo il cuore del nuovo centro belicino, partono dal viale Pio La Torre, si diramano tra le palme, oltrepassano il “mitico” ponte, attraversano il viale PierSanti Mattarella, e finiscono nel piazzale antistante la scuola elementare “Antonio Rosmini”.

Un evento quello Santaninfese in cui confluiscono solitamente cittadini di tre province, Trapani, Palermo ed Agrigento, richiamati dall’unicità del prodotto e da una manifestazione, che nel corso degli anni ha visto la partecipazione di migliaia di buongustai.

Se si percorre l’intera Sicilia, si può facilmente scoprire quanto possa cambiare da un posto all’altro la «sasizza», a cui pochi riescono a resistere dopo averla assaggiata, e soprattutto si capisce perché, assaggiata quella santaninfese, poi non la si dimentichi. Infatti, se paese che vai, gusto che trovi, il “gusto santaninfese” lo riconosci subito, perché le differenze con le “altre salsiccie” ci sono e non solo per il palato, ma anche per la qualità delle carni e la genuinità delle stesse.

La salsiccia santaninfese, è un prodotto artigianale tipico, le cui ricette di “lavorazione e preparazione” sono uniche, perchè ciascun “artista-macellaio”, le custodisce gelosamente tramandandole con “devozione” di generazione in generazione.

Tipicità, genuinità, tradizione, sono gli elementi che rendono la salsiccia di puro suino di Santa Ninfa, uno dei prodotti di punta della Valle del Belice e di tutta la Sicilia Occidentale ed un prodotto gastronomico d’eccellenza.

Le origini del prodotto “Salsiccia”, a Santa Ninfa, risalgono ad oltre un secolo fa, quando per ragioni di economia i “macellari”, dell’epoca, per far fronte alle eccedenze di lavorazione delle carni, le conservavano, con l’aggiunta di sale, all’interno delle budella degli stessi animali ed in seguito le appendevano, al fine di poterle consumare successivamente.

Originariamente, le carni venivano lavorate in “punta di coltello”, con una minima “offesa” per le stesse, allo scopo di conservarne quanto più possibile, la naturale umidità e conseguentemente l’aroma ed il gusto.

Oggi nella “trita” si utilizzano le moderne macchine tritacarne, ma appositamente studiate per avere una triturazione lenta e non aggressiva.

Le carni, selezionate e tritate, vengono poi “impastate”, unendo aromi “tipici”. La salsiccia può essere consumata fresca, cotta alla brace, “scesa” dal fuoco “quasi cruda” o “abbruciata”; ma in alternativa, sono tantissimi i modi per cucinarla come secondo piatto o utilizzarla come condimento nei primi piatti.

Esistono “antiche ricette”, frutto della cultura e della fantasia culinaria delle donne “santaninfesi”, che le tramandano di figlia in figlia, a testimonianza di un passato pieno di risorse per il futuro.

La salsiccia la ritrovi così nel sugo fresco di pomodori appena colti, come nella “bruccolata” o nella “pizza”.

Dentro le cucine, i ristoranti e soprattutto nelle macellerie, la salsiccia di Santa Ninfa ha incontrato, nel corso delle diverse epoche, varianti aromatiche, che hanno conquistato anche i più raffinati palati.

Si sono uniti i classici grani di finocchio selvatico della Valle del Belice, (che solo nel piccolo centro belicino puoi trovare e che congelati perdono ogni sapore), al pomodoro essiccato al sole cocente d’agosto; si è utilizzato il cappero di Pantelleria, come gli spinaci appena raccolti; il pepe bianco e le spezie, in gran quantità o quanto basta; ci si è avvalsi del caciocavallo ed addirittura del limone del Belice.

C’è stata poi la salsiccia al pistacchio e quella alla pizzaiola, senza dimenticare quella al peperoncino. Tutti aromi ed odori tipici del territorio, che si confondono, miscelandosi alla perfezione, con abilità ed amor sapiente, a quelli che sono gli ingredienti di base della classica salsiccia: il pepe nero macinato e il sale delle saline di Trapani.

Ed adesso, che già l’acquolina vi prende, provate ad immaginare il sapore di una salsiccia arrostita sulla brace di legno d’olivo oppure di «stocchi» di vite. Il profumo inconfondibile che si alza al cielo come preghiera di ringraziamento per tale bontà terrena. Non per niente la salsiccia, dicono i macellai, è il vero cibo degli Dei, solo loro ne conoscono gli ingredienti.

Ma le differenze, tra le macellerie ci sono, eccome. E tra una salsiccia ed un’altra, le diversità, a volte si nascondono dentro i nostri primi ricordi. A quella prima volta in cui tua madre o tuo padre, avvicinarono il primo “caddozzo” alle tue labbra di bambino dalle ginocchia sbucciate; a quella prima “mangiata” in campagna, quando tra un bicchiere di vino, ed una cassatedda, guardavi le fiamme che arrostivano quei fili sapientemente disposti sulla brace; a quella prima volta al mare, quando durante i falò, la salsiccia girava tra le mani, tra una canzone ed un bacio.

Oppure ricorderai la salsiccia stagionata, la famosa “Pasqualora”, che veniva prodotta in grandi quantità nel periodo carnevalesco e che una volta rimasta invenduta, veniva posta ad essiccare per essere consumata subito dopo il periodo della quaresima ovvero a Pasqua.

Persino Virgilio, la cita nelle sue «Georgiche». Il nome infatti, deriva dal fatto che, si produceva prima di Pasqua per mangiarla dopo la Resurrezione di Cristo per rifarsi delle «privazioni» imposte dalla Quaresima.

Nella sagra della salsiccia santaninfese, ritrovi tutto questo ed ancor di più. C’è storia e tradizione; gusto e passione; lavoro e fantasia.

Dal 1996 la salsiccia di Santa Ninfa è tutelata da un apposito Consorzio, all’interno del quale è rappresentata tutta la filiera produttiva: allevatori, macellatori, macellerie, trasformatori, commercianti, trasportatori e ristoratori.

Tutti insieme per salvaguardare un patrimonio comune, che nasce nel passato dei nostri padri, e può assicurare un futuro ai nostri figli. Un consorzio nato per tutelarne la produzione e curarne la promozione. Il primo grande traguardo del Consorzio è stato raggiunto con la realizzazione di un marchio collettivo, registrato presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, che garantisce l’origine, la natura e la qualità della salsiccia di Santa Ninfa, secondo il relativo disciplinare di produzione.

La “Sagra della salsiccia di Santa Ninfa”, figlia-madre del Consorzio, ha contribuito notevolmente negli anni a rafforzare la notorietà di un prodotto. Le prime edizioni della Sagra si svolsero al campo sportivo di Santa Ninfa, in maniera di “conviviale” paesana. C’erano grandi braci intorno alle quali si arrostiva e si chiacchierava.

L’area familiare dell’originaria intuizione ha lasciato poi spazio alla “vera promozione”. Così, la “Sagra” venne spostata in Piazza Cristo Risorto, con l’allestimento di un grande braciere per la cottura e degustazione; la realizzazione di un percorso di pali d’acciaio (che sembrava più un percorso ad ostacoli); il tutto con contorno di stand, ed alla presenza di spettacoli musicali. In quegli anni, sembrò quasi che si trattasse di “un evento di massa”, ma c’erano momenti anche di “cultura”, quando nel giorno della sagra, venivano realizzate le visite guidate sul territorio, rivolte ai ragazzi di età compresa tra 6 e15 anni, accompagnati dai genitori, con l’obiettivo della conoscenza, della valorizzazione e della difesa dei luoghi d’origine, e l’individuazione delle colture spontanee presenti, che con le loro peculiarità incidono nella preparazione del prodotto “Salsiccia di Santa Ninfa”.

Nel corso degli anni, si è avuta anche la preparazione di una “degustazione all’aperto” con lo scopo di diffondere tra le nuove generazioni: la cultura della vita all’aria aperta; la salvaguardia del territorio; la condivisione dei valori e dei principi di patrimonio comune; ma soprattutto la riscoperta dei sapori tipici della tradizione contadina.

Nel corso di questi 19 anni, si sono allestiti nella zona artigianale, anche “laboratori di preparazione della salsiccia” con il fine di “Tramandare l’Arte ai Ragazzi”. In quegli anni, si poteva imparare tutto, o quasi tutto, sulla preparazione e trasformazione del prodotto “Salsiccia di Santa Ninfa” da fresco a stagionato. Tutto ciò era reso possibile, grazie al supporto e alla guida di personale specializzato, selezionato dalle Aziende del Consorzio, che si impegnavano affinchè i partecipanti imparassero gli antichi metodi di lavorazione.

Ma quest’anno, le attività di laboratorio creativo, in quale parte del programma, sono state inserite? E se qualcuno ha pensato di “cancellarle”, invece che estenderle a vantaggio di turisti e buongustai, non bisognerebbe che qualcuno si chiedesse perché? Vero è, che senza l’impalcatura d’acciaio, che metteva i brividi anche al peggior architetto, eliminata dalla “nuova amministrazione”, si può favorire la vera promozione, valorizzando le “singole tipicità”, ma c’è da chiedersi, senza “il cuore culturale, creativo e tradizionale” della sagra, chi ne avrà vantaggio? Si potrà parlare ancora di trasmissione di “valori culturali” attraverso la sagra?

Magari, proprio in questo momento, stanno ridefinendo il programma e questo giornale non ha ricevuto la notizia.

E se, gli amministratori stanno ridefinendo il programma, li invitiamo ad inserire nel calendario, un Concorso per la Miglior Salsiccia oppure una “gara” tra espositori e ristoratori, per la “salsiccia più originale ed innovativa” o per il “piatto tipico della sagra”.

A volte, come nella preparazione della salsiccia, basta un “grammo di fantasia in più”, per rendere una Manifestazione ancora più “attrattiva”, “elegante” e soprattutto in grado di richiamare e fidelizzare i turisti anche per gli anni futuri.

Oggi il momento più atteso dai numerosissimi partecipanti alla sagra sarà comunque rappresentato dall’apertura degli stand, alle ore 20.00, per la degustazione della salsiccia prodotta dai macellai e cucinata dai ristoratori di Santa Ninfa.

I visitatori potranno degustare, nei vari stand, oltre alla salsiccia accompagnata dal bicchiere di vino, vari prodotti tipici del territorio. Saranno i singoli produttori ed i singoli ristoratori ad offrire il loro prodotto, consentendo la vera degustazione e il vero confronto, tra sapori ed aromi, in un ottica di leale concorrenza, ma anche di unione di diverse sinergie.

Oltre alla salsiccia quest’anno, come anche l’anno passato, esporranno anche ristoratori e produttori dell’agroalimentare. E dall’unione con la cucina locale, nascono le arancine “cipolla e salsiccia” e quelle “melenzane e salsiccia”, una vera prelibatezza per i palati più fini.

Il programma prevede, dalle 20,30 l’esibizione, lungo tutto il viale, delle band locali; dalle 21 animatori di strada, giocolieri, mangiafuoco e trampolieri allieteranno i presenti, e per i più piccini nello spiazzo della scuola elementare saranno presenti i gonfiabili; dalle 21,30 toccherà al gruppo di musica itinerante «Dixieland City» mantenere viva e calda l’atmosfera; alle 22 lo spettacolo di fuoco «Luci e ombre»; e per finire, all’una, come tradizione, i giochi pirotecnici.

L’anno scorso i giochi di fuoco sono stati di uno sfarzo e di una luminosità “speciale”, oserei dire “spaziale”, nessuno dei presenti ha rimpianto i fuochi di Selinunte e Tre Fontane, dei bei tempi andati, e tutti, oserei dire, si sono dimenticati degli splendori dell’antica Gibellina.

Vedremo se quest’anno si ripeteranno tali situazioni scintillanti, anche alla luce della scoperta del tesoretto, oppure sarebbe meglio “tenerlo” da parte, per altri bisogni? Ad organizzare la sagra, anche quest’anno, è stato il Comune con il patrocinio dell’Unione dei comuni della Valle Belice (presente come dice qualcuno con un piccolo logo in sottofondo e soprattutto, diciamo noi non sempre “chiaramente” visibile, per un contrasto di luci ed ombre, “inesistenti”, ma con uno stanziamento di quasi € 13.000,00) e soprattutto con la collaborazione dei commercianti locali (i quali saranno impegnati nella preparazione, presentazione e degustazione).

Si annuncia una notte di stelle, con temperatura riscaldata dal fuoco delle braci, una domenica “non banale” perché ricca di tradizioni e sapori. Una notte da non perdere per turisti, nostalgici, bambini, giovani, vecchi, famiglie; ad ognuno di loro, la Sagra della Salsiccia, pur nelle “scusabili” dimenticanze, ha ancora qualcosa da dire e da insegnare, perché come diceva, un grande scrittore americano: “L’amore e le salsicce sono uguali. Non se ne ha mai abbastanza di entrambe.”

Batman

 


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