Sulla polemica circa l’approvazione del bilancio di previsione 2014

SANTA NINFA – In questi ultimi giorni, a Santa Ninfa è scoppiata la polemica circa l’approvazione del bilancio di previsione 2014. Ma veniamo ai fatti. Il segretario del Circolo PD, di Santa Ninfa, Francesca Palmeri, recentemente, ha espresso il proprio dissenso in merito alle scelte della maggioranza santaninfese, che si desumono dallo strumento politico-amministrativo fondamentale per l’ente.

Durissima la replica di coloro che governano Santa Ninfa. La maggioranza (composta anche da esponenti del PD Locale) replica e, nella foga, dimentica che il gruppo consiliare di opposizione si chiama “Liberamente-Insieme Si può” ed evoca “un buco di bilancio” ed un “taglio ai servizi essenziali” che non avrebbero consentito l’approvazione dell’emendamento proposto dalla minoranza.

Ma veniamo alle origini di questa sgradevole “battaglia” a colpi di comunicati stampa, e soprattutto cerchiamo di fare chiarezza su alcuni delicati passaggi.

Nella seduta consiliare del 14.07.2014, la maggioranza, (di cui fanno parte anche i consiglieri Di Stefano, Presidente del Consiglio in carica, Biondo, Pellicane e Falcetta, di area PD), che si riconosce nel sindaco Giuseppe Lombardino (PD), ha approvato il bilancio di previsione 2014.

Alla votazione, nessuno della minoranza consiliare (di cui fanno parte anche i consiglieri Pernice e Russo, di area PD), era presente in aula, a causa della trasmissione parziale della documentazione e soprattutto dopo che la maggioranza, per ore, aveva “snobbato” le proposte dell’opposizione. Di sicuro, il fatto più increscioso, non è questo.

La delusione più amara viene da una maggioranza che applaude all’uscita dall’aula dei “colleghi” della minoranza. Da un lato, la minoranza grida alla violazione dei propri diritti e si alza, motivando le proprie scelte, come si evince dalle delibere pubblicate; mentre, dall’altro, la maggioranza, ride e batte le mani.

Queste “immagini” evocano vicende storiche “drammatiche” in cui le Istituzioni vennero mortificate; riportano alla mente un periodo lontano, in cui, in quel famoso Parlamento, “un’opposizione legale” non era gradita ed i partiti-di-opposizione erano costretti ad abbandonare le “loro postazioni istituzionali”. Di sicuro non è andata così. Oppure sì?

Di certo, i cittadini dovrebbero chiedersi, perché, sugli atti generali, a Partanna, i politici hanno raggiunto la maturità della “civile discussione” ed, invece, a Santa Ninfa, si preferisce il “muro di gomma”?

Se fossimo a Partanna, avremmo le immagini accompagnate dalle registrazioni come prova; a Santa Ninfa non hanno più nemmeno le registrazioni. Ma torniamo ai fatti.

All’indomani dell’approvazione in aula del bilancio 2014, la maggioranza emana un comunicato stampa, in cui afferma che il Comune di Santa Ninfa è uno dei sette in Sicilia ammessi alla sperimentazione contabile dal Ministero dell’Economica.

«Un fatto straordinario – ha ribadito il gruppo di maggioranza – che non ci stancheremo mai di sottolineare, perché ha consentito un allentamento del patto di stabilità (con la liberazione di risorse economiche) e, attraverso un riaccertamento dei residui, il “recupero” di somme per quasi un milione di euro. Tutto ciò – per la maggioranza – non è frutto di improvvisazione, di approssimazione, bensì di capacità politica e amministrativa». Più chiari di così.

Ma cosa è successo allora nella seduta consiliare del 14.07.2014? Partiamo dai dati certi, quelli contenuti nelle delibere consiliari, recentemente pubblicate.

Proprio sulla delibera di approvazione del bilancio, la minoranza solleva alcune eccezioni, ma il presidente del Consiglio (area PD), ritiene valida la convocazione. Scusate, santaninfesi, volete dare uno sguardo all’art.13, comma 8, del regolamento di contabilità? Leggo bene? Gli emendamenti possono essere posti in votazione non prima dell’ottavo giorno successivo alla presentazione. Poi, prendete le date riferite agli emendamenti tecnici, (09.07.2014 e 10.07.2014). Se la matematica, non è un’opinione, quegli emendamenti potevano essere votati non prima del 17-18 luglio. O sbaglio?

Il Presidente del Consiglio, forse, ha, in tasca, un’eccezione di “buon senso”, che gli ha permesso di far votare il bilancio alla sola maggioranza, senza la presenza della minoranza? Sicuramente. Ma, se così non fosse? Ciascun santaninfese, ed i cinque della minoranza, potrebbero impugnare la delibera.

Ma forse, non è un’impugnazione “giudiziaria”, la migliore arma dell’opposizione. Un giudizio causerebbe disagi ai cittadini, ed enormi costi per le casse comunali. Forse, quelli della minoranza hanno qualche altro asso da giocarsi? Infatti, c’è un altro aspetto. Il Presidente del Consiglio (area PD), non aveva trasmesso ai consiglieri di minoranza (anche ai suoi compagni di partito, ma soltanto al capogruppo), il documento, richiamato dalla deliberazione di bilancio, con cui si prende atto dello squilibrio finanziario presunto a seguito dell’abrogazione del contributo regionale per i contrattisti.

Come mai a Partanna, il Consiglio Comunale prende atto dello squilibrio con apposita delibera, ed a Santa Ninfa, il tutto viene inserito all’interno della delibera di Bilancio? Hanno una diversa legge, questi due piccoli paesi, confinanti? Si tratta di “sofismi tecnici”, di tecnicismi, o di elementi “di correttezza”? Ma il bilancio, non è l’atto fondamentale, per la vita amministrativa di un Paese, e non dovrebbe essere adottato ad “occhi bene aperti”? O la gattina frettolosa rischia di fare i gattini ciechi? Ma passiamo alla sostanza. In primo luogo, c’è l’emendamento “politico” della minoranza, tempestivamente presentato, tecnicamente ineccepibile, ma con un unico “problema”, che traspare chiaramente dalla proposta avanzata dall’opposizione, ed oggetto di autonoma delibera.

La minoranza vuole il taglio dell’addizionale Irpef, (la tassa che i santaninfesi pagano sul loro reddito personale), imposta che è stata aumentata dalla maggioranza, lo scorso anno, al massimo consentito dalla legge.

Non avendo a disposizione il PEG (approvato dalla Giunta successivamente allo svolgimento del consiglio comunale), per diminuire le tasse, la minoranza taglia i costi; scrive una sorta di spending review santaninfese. Contabilmente, dicono gli uffici, non era possibile. Ma politicamente?

Guardando gli interventi richiamati, e confrontandoli con il PEG non capisco quali servizi essenziali volevano far saltare i 5 della minoranza, e quale buco di bilancio si sarebbe aperto. Ma a quanto pare le decisioni erano già scritte.

Scelte politiche, che la maggioranza enuncia chiaramente, solo quando la minoranza si allontana dall’aula. Perché? Perché la maggioranza tace, ed aspetta che la minoranza vada via per parlare? Nella dichiarazione di voto al bilancio di previsione 2014, letta in aula dal consigliere Falcetta Benedetto (area PD), scritta, prima ed altrove, l’esponente politico, lamenta i tagli alle risorse degli enti locali. Ma, invece, di dirlo in consiglio, non poteva telefonare a Renzi o Crocetta? E ci chiediamo, il militante PD ha comunicato al Governo nazionale, che si è attribuito la paternità dell’esenzione sulle seconde case, concesse dai proprietari ai figli, quando tale beneficio è stabilito da una legge nazionale? Perché non spiega ai santaninfesi, come mai di tutti gli emendamenti proposti al regolamento IUC, nemmeno uno è passato? Avevano tutti il parere contrario degli uffici o c’è stato un mancato “buon senso” politico? Erano diretti al bene comune o erano ostruzionismo? Invece, che esentare solo i capannoni dell’area artigianale, perché non si esentavano tutti gli immobili dalla TASI, come richiesto dalla minoranza? Per saperlo dovremmo aspettare i “famosi processi verbali”. Nel frattempo, perché, l’esponente PD non risponde al suo segretario di partito, invece che menar il can per l’aia?

Il militante PD, nella dichiarazione di voto, traccia un quadro delle cose fatte, dalla maggioranza con gli uffici, grazie alla coordinamento del segretario comunale. Come se autori e critici potessero coesistere nella stessa persona? E solo per rispondere ad una vecchia polemica, nata su questo giornale, nel campo dei servizi sociali, non riesco a spiegarmi, come mai sono stati stanziati € 10.000,00 per venire incontro alle difficoltà di 15 famiglie in stato di bisogno (ovvero poco più di 600 € per tre mesi, con paga oraria di € 5.00) e poi si spendono oltre € 1.200,00 per la giornata dello sport; € 300 per le targhe e le coppe del torneo di calcetto; oltre € 4.000,00 per la Festa dell’Emigrante; oltre 1.000,00 per uno spettacolo in Piazza; € 600,00 per collaudare dei palchi, che non saranno utilizzati, durante le Sagre; si liquidano € 3.000,00 per l’altare di San Giuseppe, e si continua con l’affidamento all’esterno della disinfestazione, derattizzazione e deblattizazione, quando si potrebbero utilizzare i mezzi dell’Unione, con notevoli risparmi?

Qualcuno spieghi ai santaninfesi come mai a pag 25 del DUP, troviamo solo il gettito dell’IMU, e le altre imposte che incidono direttamente sulle tasche dei cittadini, per entrare nelle casse comunali, sono “sparse” qua e là, in una sorta di “labirinto”? Qualcuno spieghi ai santanininfesi, come mai sempre a pag 25, le entrate tributarie (ovvero le tasse che si pagano al comune) da € 1.510.057,00 del 2013, salgono a € 2.106.320,00 per il 2014, con un aumento di quasi il 40%? E se a Santa Ninfa hanno già deciso di uscire dall’Unione (pag 18 del DUP), qualcuno ci spieghi perché ancora non c’è stata una comunicazione ufficiale? Qualcuno ci spieghi?

Qualcuno faccia chiarezza. Ma chi? Ci sta forse provando il PD? Oppure quello che è successo in questi giorni è il “solito” duello (in cui giocano 4+1 di area PD contro 2+1 di area PD), triste retaggio della campagna elettorale? Nel 2007, Beppe Grillo scriveva: “Liste civiche e cittadini informati. Abbiamo bisogno di questo non di politici. Cittadini informati che sappiano le cose, che si occupino del loro quartiere e delle loro città, che non le lascino svendere da questi partitini e da questi piccoli servi della politica.” E nel 2014, di cosa ha veramente bisogno Santa Ninfa?

Batman


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