FAVIGNANA – Sono terminate da qualche giorno le attività di posizionamento delle tre reti antimedusa previste nell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”, nell’ambito del progetto MED- JELLYRISK.
Le reti sono state collocate a cura dello staff tecnico dell’Università del Salento e del Conisma, soggetto capofila del progetto, con la supervisione del personale dell’AMP. I siti prescelti, sull’isola di Favignana, sono presso la spiaggia di Lido Burrone, dove saranno gestite dallo stabilimento Maym; presso il promontorio di Capo Grosso, dove saranno gestite dal residence Nido del Pellegrino; presso la spiaggia di Cala Grande, dove se ne prenderà cura l’Approdo di Ulisse.
Tutti gli operatori coinvolti sono convenzionati con l’AMP e si occupano materialmente della manutenzione delle reti.
Grande la soddisfazione degli operatori turistici coinvolti. Anche se le reti sono in posa da poco tempo, si è registrato l’apprezzamento entusiastico da parte dei bagnanti, per la possibilità di fruire del mare, specie per i più piccoli, in serenità e senza il timore di entrare in contatto con le meduse.
Il progetto vede coinvolti numerosi Enti di Ricerca internazionali di Spagna, Malta e Tunisia. In Sicilia, oltre all’AMP Isole Egadi, sostengono il progetto l’ARTA, le aree marine protette di Ustica e delle Isole Pelagie e diversi altri Comuni costieri.
Il progetto MED-JELLYRISK prevede una campagna informativa a tappeto sulle meduse e sulle profilassi in caso di contatto accidentale, il posizionamento di cartelli esplicativi e la distribuzione di opuscoli.
Obiettivo è quello di creare nuovi strumenti per quantificare i rischi ambientali e sanitari della continua proliferazione di meduse nelle acque del Mediterraneo e mitigarne gli effetti negativi sulle attività umane.
“Le Egadi sono il più importante sito di sperimentazione di questo importante progetto internazionale – ha dichiarato il Presidente dell’AMP e Sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto – e, cosa ancor più significativa, tutte le installazioni sono state effettuate nell’Area Marina Protetta a costo zero per l’Ente gestore”.