Lucy di Luc Besson, con Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Amr Waked, Choi Min-sik; Usa – Francia, 2014; colore, durata 90’; azione.
“La vita ci è stata donata un miliardo di anni fa, che ne abbiamo fatto?”. Con questa domanda si apre l’ultimo film del regista francese Luc Besson, al cinema dal 25 settembre. Lucy (Scarlett Johansson) è una ragazza americana che studia a Taiwan. Raggirata dal proprio ragazzo, viene rapita da un boss coreano, Mr. Jang (Choi Min-sik), il quale, insieme ai suoi scagnozzi, la cattura e le immette nello stomaco un pacchetto di droga da contrabbandare. La rudimentale operazione, però, non tiene al sicuro l’oscura sostanza nel corpo di Lucy che inizia ad assorbirla, acquisendo nuove e incredibili capacità cerebrali. Il film prova a mostrare i limiti intellettuali dell’uomo, capace di sfruttare solo il 10% del potenziale mentale e, allo stesso tempo, la sua inadeguatezza ad un uso di maggiore livello. Lucy, non si capisce se per fortuna o per disgrazia, arriva progressivamente al 100% e nemmeno il neuroscienziato Samuel Norman (Morgan Freeman) trova spiegazioni o soluzioni appropriate al caso. È tutta una corsa verso l’ignoto, infarcita di eccessivi effetti speciali atti a riempire i vuoti di una narrazione povera di dialoghi brillanti. Il finale tenta un’insoddisfacente quanto vana riposta alla domanda iniziale, accompagnato dalla voce fuori campo di Lucy: «la vita ci è stata donata un miliardo di anni fa, ora sapete cosa farne».
Elenia Teri