Non lascio mai le cose a metà. E la provocazione della volta scorsa mi ha fatto perdere un ragionamento che voleva essere APERTO. Ricordate Culicchia e gli anticulicchiani?
Continuo. Può darsi che ciò che scrivo avveleni anche te. Dimmi di smettere.
Silvio Berlusconi ha un precedente e un predecessore: Enzo Culicchia. Come Re Enzo ha usato la schismogenesi, come re Enzo è tornato in campo. E quest’ultimo fatto è lodevole: si diventa vecchi solo quando i rimpianti diventano più che che i sogni come scriveva Einstein. Se fossi Plutarco potrei tracciare le VITE PARALLELE dei due grandi comici. E prima di saltarmi addosso cercate cosa significa COMICO. In questo senso Peppe Grillo è un tragico, come Euripide, come Eschilo, come Sofocle Quando Enzo Culicchia da portiere ammirato e mitico decise di “scendere in campo”, (cosa che come portiere faceva sempre) io c’ero. E se fossi rimasto a Partanna, forse, lo avrei votato. Perciò mi correggo: Quando il principino Enzo decise di SALIRE( anche qui, fu primo anche in questo) oltre la traversa dei pali, non aveva le idee chiare. E c’erano tanti ragazzini come me che di idee avevano solo quelle udite alle prediche politiche. Il percorso di crescita allora ineludibile prevedeva la partenza dall’Azione Cattolica e l’arrivo al circolo fumoso della democrazia cristiana. Ma Enzo sapeva parlare: usava una “lingua degli affetti” in contrasto con la lingua dei ragionamenti freddi dei politici di allora e di oggi.
L’innovazione nel linguaggio della politica colpì tutti. Uno degli argomenti fu – ricordo perfettamente – il camion dell’immondizia. Non so se il camion fosse stato scassato di suo o veniva messo a dura prova dalle “lurdìe” di noi partannesi, fatto sta che il camion era costat 6 milioni per le riparazioni continue. Dall’alto di S. Francesco il principino Enzo urlò: Abbiamo il camion d’oro! La comunicazione dell’ex portiere rispetto al linguaggio ammuffito, pomposo, oscuro e “sapienziale” dei politici di allora, fu un ciclone semiologico, ribaltò il modo di raccontare la politica.
E poi la DC aveva le macchine. Quale bambino povero avrebbe potuto resistere al piacere di salire in un’auto- ricordo: era una seicento multipla- senza pagare e con un microfono in mano? Quando mi diedero una microfonata in bocca non seppi resistere: c’erano stati i fatti di Ungheria. Mi ricordo che gridai al microfono fra l’indifferenza generale: “ Votate e fate votare Enzo Culicchia! Contro i carro armati russi votate Enzo Culicchia”. Che i russi fossero alle porte di Partanna non v’era alcun dubbio. Che Enzo li potesse fermare dimostra quanto grande fosse il suo mito, il potere che emanava, la magia di cui si circondava che non poteva non coinvolgere le anime semplici e i bambini. Enzo Culicchia non poteva sapere che sarebbe stato copiato da Berlusconi. E come per questo il linguaggio “pubblico” di Enzo è diventato piano piano anche una solida neopolitica.
Dice Vigostky che quanto più l’argomento è noto ai parlanti, tante meno parole si usano. Ai miei tempi se si vedeva passare una bella ragazza in minigonna che leccava un gelato, non c’era bisogno di parole: bastava una gomitata. E più la ragazza era “bbona”più forte era la gomitata, tanto che arrivavamo a casa pesti, come dopo un incontro sul ring in cui l’avversario si era divertito a lavorarci ai fianchi…. Come Berlusconi il linguaggio di Re Enzo era sintatticamente semplice, con periodi semplici, brevi, senza la fatica di frasi subordinate.
Re Enzo era (e mi scuso per il verbo al passato, ma sono quarantasei che non sento un suo comizio) il classico leader carismatico( so questa parola e la uso, forse andrebbe meglio ieratico ma non so che cazzo significhi) che esiste perché esiste.
Altro episodio. Il codazzo di macchine della DC all’incrocio tra via Caprera e via Palermo fu fermato da una scassata macchina di “comunisti”, quella specie ormai estinta. Volevano attaccar briga perché l’altoparlante della DC invece di gridare che i comunisti mangiavano i bambini( a questo pensava il clero e i soci del “Circolo dei Parrini” in regola con la mess.. pardon ,con la quota) aveva urlato che “erano mafiosi”. Dura da digerire per chi aveva avuto tanti morti ammazzati per colpa della mafia. La strada per la pioggia era diventata un fiume. Ma re Enzo scese, camminò sulle acque e mise pace. Come fece? Con la schismogenesi, che consiste nel massimizzare il contrasto (d’immagine, di contenuti, di stile) con la concorrenza elettorale, tendendo tranelli comunicativi fatte di provocazioni che sembrano involontarie ma che spiazzano l’avversario e lo portano sul tuo terreno. La “schismogenesi” appunto: la più grande astuzia comunicativa di re Enzo che consiste proprio nella provocazione: con dichiarazioni spesso paradossali si costringe l’avversario a fare il tuo gioco, a perdere la concentrazione, a smettere di occuparsi del proprio programma per occuparsi di ciò prima Re Enzo e poi Berlusconi avevano in mente. Gli altri politici belicini? Copie. O anticopie. Nessuno sa bere un caffè con gli amici come Re Enzo. Re Enzo e l’imperatore Berlusconi hanno un linguaggio caldo, suadente, ironico, ma soprattutto accessibile alla gente semplice e povera. Ecco, a modesto parere di chi scrive perchè i due vitaioli paralleli sono votati dalla povera gente e amati dai bambini. Berlusconi ha detto che nella sua agenda c’è il diritto di voto a partire dai 10 anni. Contro la Merkel? No. Contro i carri armati russi.
Questo scritto è un esempio di schismogenesi.
Vito piazza
Allarme! E’ in arrivo una epidemia di schismogenesi! Si temono vittime a Partanna!
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