La Malaria a Castelvetrano

CASTELVETRANO – Bisogna ricordare che la malaria è provocata da parassiti protozoi del genere Plasmodiumé ed è la più diffusa fra tutte le parassitosi, con il suo quadro clinico di malattia febbrile acuta. La malaria viene spesso citata nella letteratura, correlata ad ambientazioni esotiche, come nei romanzi di Emilio Salgari.

Giovanni Verga nelle sue novelle parlava della malaria dell’Abbicocca, terra fertile della pianura di Catania, dove morivano tanti contadini, che vi lavoravano, per estreme necessità economiche.

Castelvetrano per la sua posizione collinare ne è stata sempre esente, ma nella pianura tutta attorno, a causa di acquitrini malarici, la malaria causava, nel passato, centinaia di vittime.

Gli acquitrini malarici si trovavano lungo il fiume Delia e Modione e in tutta la fascia costiera posta fra Selinunte e Tre Fontane, nelle località di Gàggera e Manicalunga, aree depresse con sabbia in superficie ed uno spesso strato d’argilla compatta in profondità; questi terreni, una volta coperti da stagni e acquitrini malarici, erano denominati “Gorgo di Frascia e Palude Ingegna”. Verso Tre Fontane c’era la palude di “Testa di Greco”. Nella storia di Castelvetrano si legge che in quelle zone è stata apportata una bonifica con lavori che durarono dal 1860 al 1900.

Il “Gorgo Cottone”, un altro acquitrino che sorge ai piedi dei templi, lato Marinella, fu bonificato dalla malaria dallo scienziato agrigentino Empedocle, al tempo degli antichi selinuntini; spesso d’estate rimane asciutto.

Lungo il fiume Belice fiorente erano le risaie; importanti quelle dell’onorevole barone Vincenzo Favara di Partanna. Per tale motivo anche questa vasta area era malarica. Lungo il fiume Delia esisteva la larga zona acquitrinosa malarica di Nuvolelli e Dagala Fonda (dagala dall’arabo al-dahal = disordine disturbo).

La prima chiesa di San Francesco di Paola fu costruita lungo la strada che porta alla “conigliera” dei principi di Castelvetrano presso il convento di Maria SS. Dei Miracoli (dei Padri Cappuccini). I lavori iniziarono nel 1607. La scelta non fu felice, perché la località era acquitrinosa e malarica.

Il primo convento dei Padri Cappuccini (Maria SS. dei Miracoli) fu costruito intorno all’anno 1540, nella località chiamata Sant’Anna (oltre la Via XX Settembre), sulla via che conduce alla Trinità di Delia; fino al 1905 esisteva ancora la porta d’ingresso, che in quell’anno venne demolita. Poiché a causa del fiume Delia e dei vicini acquitrini, la zona era malarica, il vecchio convento fu abbandonato ed i monaci si trasferirono nel nuovo, eretto nella contrada Rianello, oggi Piazza Bertani.

L’attuale convento e chiesa furono fatti costruire dal Principe Giovanni D’Aragona; i lavori iniziarono nel 1622, l’edificio fu abitato nel 1629 e fu consacrato nel 1697 dal Vescovo di Mazara mons. Bartolomeo Castelli.

Nel corso degli anni tutte queste zone sono state bonificate ma, la malaria, nonostante le bonifiche, continuava a mietere vittime. A Castelvetrano nel periodo 1894 – 1901 si verificarono ben 240 decessi, per infezione malarica. La strage finirà con l’apporto del DDT da parte degli Americani dopo l’occupazione, a partire dal 1947.

  Vito Marino  


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