Ipab regina Elena

CASTELLAMMARE DEL GOLFO – In riferimento ai recenti articoli riguardanti l’Ipab (Istituto di pubblica assistenza e beneficenza) “Regina Elena”, il sindaco Nicolò Coppola afferma:

«Conosco molto bene la questione Ipab e comprendo perfettamente lo stato d’animo e di bisogno dei dipendenti. Al momento del mio insediamento ho promesso che avrei fatto tutto quanto in mio potere ed in quello del consiglio comunale che, chiamato ad esprimersi, si è pronunciato dandomi mandato per la istituzione di un tavolo tecnico per andare incontro alle richieste legittime dei dipendenti.

Sia chiaro che il Comune non potrebbe assumere tutti i dipendenti ed assumersi i debiti che in larga parte sono le retribuzioni e i contributi dovuti.

Abbiamo chiamato la Regione, altre opere pie, i sindacati e partecipato il tutto al Signor Prefetto. Aldilà delle presenze che di norma erano quelle sindacali, abbiamo predisposto il piano triennale del fabbisogno del personale dove veniva previsto il passaggio al Comune di tre dipendenti nel 2014, e di due nel 2015; l’atto è stato sottoposto alle organizzazioni sindacali e alla Rsu, che hanno contestato, assieme ai dipendenti comunali e agli stessi dipendenti Ipab, tale ipotesi – continua il sindaco Nicolò Coppola – ed hanno cantato vittoria quando ho preso atto delle contestazioni e promesso che avremmo rivisto il piano di occupazione.

Al momento abbiamo previsto il passaggio di una sola unità Lsu contrattualizzata e non possiamo né procedere all’assunzione di altro personale né trovare soluzioni diverse da quelle di impegnare i dipendenti nel servizio di accoglienza agli immigrati, che comunque è un lavoro e a regime anche possibilità di retribuzione.

Ritengo di poter dire che ho mantenuto l’impegno preso che però non poteva dare risposta a tutti i dipendenti Ipab, ma solamente alla metà di essi ed oggi chiedo alla Regione di risolvere il disagio dei lavoratori -conclude il sindaco – che sono comunque vittime di una gestione incredibile portata avanti anche da commissari, che mai hanno prodotto atti significativi, oltre al “vedremo” di rito».

 


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