Sogni e misteri sui lampioni di Piazza Matrice

Parva Favilla da Kleos di febbraio 2015

Come qualcuno ricorderà, nel numero di Kleos dello scorso gennaio, nel contesto di una dissertazione sulla “sindrome del contadino e del generale”, di cui sarebbe affetta la nostra amministrazione civica, abbiamo accennato allo sradicamento dei lampioni di piazza Matrice. Non l’avessimo mai fatto! Mal ce ne colse, infatti, sotto forma di un diluvio di lettere e telefonate di protesta da sommergere la redazione. Le più riferibili accusavano l’estensore della nota (noi, naturalmente) di incompetenza, di cattivo gusto, di insensibilità, di mancanza di fantasia. Ci si accusava, insomma, di non saper cogliere la “poesia della penombra”, di essere insensibili di fronte al “fascino del chiaroscuro”, di non saper apprezzare l’offerta di opportunità di sprofondare lo sguardo nella “magnificenza di un cielo stellato”, di gustare il “chiarore lunare in una notte di mezza estate” e altre delizie del genere. Quasi tutte finivano col concludere che, anzi, l’esperimento effettuato per la piazza Matrice sarebbe da estendere a tutte le altre piazze del centro storico. A fronte di tanta entusiastica “poesia”, non possiamo non confessare la nostra mancanza di senso estetico e la nostra incapacità di cogliere, tra l’altro, l’intendimento recondito della civica amministrazione. Ci stracciamo le vesti e ci cospargiamo il capo di cenere! Siamo davvero gretti cultori del “pratico”, dei poveracci che si lasciano guidare dalla “pancia” (o dagli occhi) piuttosto che dal “cuore”. Ma oggi finalmente un barlume si schiude alla nostra vista e ci spinge a gridare: spegniamo la città! Hai idea del volume di fascino e di poesia che si otterrebbe?: dieci, cento, mille volte più della piazza Matrice. E…che pacchia per le casse comunali! Oltre al risparmio sulla bolletta, non sarebbe più necessario acquistare nuove lampade per sostituire quelle già esaurite da tempo, e, addirittura, si potrebbe anche ricavare un buon gruzzolo vendendo i lampioni artistici già esistenti. A proposito, dove sono quelli di piazza Matrice? Non saranno già stati venduti? Se così fosse, alla vergogna si aggiungerebbe la recriminazione per essere stati anticipati in questa brillante idea!


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