di Antonino Bencivinni
Partanna per le sue numerose ricchezze potrebbe veramente essere una città turistica. Considerando il Castello Medioevale con i musei che ospita, la vicina Chiesa Madre (con i numerosi tesori di notevole importanza culturale al suo interno), l’area archeologica di Contrada Stretto situata a qualche chilometro di distanza e tenendo presenti le eccellenze agroalimentari che nel territorio non mancano, dicevamo, Partanna potrebbe costituire, senza tema di retorica, veramente un centro di attrazione turistica. Purtroppo però non è così per tantissimi motivi di cui uno, certamente non di poco conto, è l’incuria con cui ci si pone di fronte ai tesori culturali posseduti. Un eclatante esempio è la seicentesca Chiesa Madre che ad intervalli ormai frequenti negli anni è stata chiusa al pubblico per “restauri” che durano a loro volta anche anni. L’ultima chiusura definitiva della Chiesa risale a più di un anno fa. Ma il problema del restauro si poneva seriamente già molti anni prima (e non vogliamo richiamare alla memoria quando nel 2006 cadde dal Campanile in mezzo alla centralissima strada adiacente alla Chiesa un masso che per fortuna non colpì né uomini né cose, vedi foto in alto a destra). Nel novembre del 2011 la “fortuna” volle che la Regione Sicilia emanasse un decreto per “lavori di restauro conservativo e riqualificazione della Chiesa Madre” per un importo dei lavori di 694.539 euro. La sorte altresì volle che questi lavori fossero affidati alla impresa aggiudicataria nell’ottobre 2013 e poi definitivamente riassegnati nell’agosto del 2014 con successivo inizio dei lavori. A lavori abbondantemente iniziati però le somme della Regione non furono accreditate neanche entro il dicembre 2014 – spiega il sindaco Nicola Catania – “per difficoltà burocratiche interne alla Regione stessa. Le somme comunque non sono state neanche in questi ultimi mesi accreditati per vari motivi, col risultato che l’impresa ha sospeso già da tempo i lavori con la conseguenza che, tra lavori fermi e le devastanti piogge di quest’inverno, i problemi si sono aggravati di molto, come non hanno mancato di sottolineare anche i gruppi facebook locali (che sono, come gruppo di pressione, la novità positiva di questi ultimi anni): “La chiesa – si legge su facebook -, a causa della sospensione dei lavori di ristrutturazione nei mesi invernali, è stata lasciata senza coperture, i ferri sono arruginiti e stanno per saltare gli intonaci, gli stucchi risentono delle infiltrazioni d’acqua, mentre la muffa si trova ovunque; nella sala dell’Immacolata i paramenti sacri, gli archivi ed alcune tele si stanno deteriorando, non possiamo restare indifferenti!”. Il sindaco di Partanna, Nicola Catania, che sottolinea che i fondi sono per il Comune sostanzialmente come una partita di giro, ribadisce dal canto suo che il suo impegno è stato continuo per tamponare i problemi di stabilità della Chiesa Madre. Purtroppo però – continua il sindaco – “nonostante il mio interessamento costante, la somma per interventi sulla Chiesa di circa seicentomila euro doveva essere accreditata entro la fine del 2014, ma l’accredito non c’è stato. Nel 2015 ovviamente per la questione dei dodicesimi non poteva essere accreditata tutta: attraverso una serie di passi si è arrivati alla promessa di accreditare da subito 260 mila euro” (ndr. cosa che però a tutt’oggi non è ancora avvenuta). La ditta che si è aggiudicata i lavori non ricevendo denaro ovviamente ha bloccato i lavori stessi, di fatto esponendo la Chiesa agli ulteriori danni connessi alla copiosità delle piogge di questo inverno. Ed ecco la situazione odierna: un gioiello architettonico del 1600 transennato e chiuso al pubblico da più di un anno, la chiesa che si va ulteriormente degradando per l’umidità e la pioggia, i tesori in essa contenuti, come il coro ligneo, in preda anche alle termiti; la sospensione dei lavori a causa dei soldi già stanziati ma mai arrivati, ha ulteriormente potenziato la miscela esplosiva. Allargando il discorso non è con questi ritardi e con questo andazzo che si rende Partanna città turistica nonostante i tesori architettonici (e non solo) da essa da sempre posseduti. Nonostante le potenzialità, se non si cambia radicalmente registro, la voce turismo, possibile volano di sviluppo in sinergia con le eccellenze del settore agroalimentare, è destinata a rimanere solo una voce afona come è stata in fondo in fondo da sempre: alla faccia del castello medioevale, del museo della preistoria con il reperto del cranio trapanato, con l’area archeologica dello Stretto e la Chiesa Madre preda della pioggia e dell’umidità.