“Attenzione: 45 minuti, poi il cervello rallenta”

PARTANNA – Mercoledì scorso (20 maggio) il Collegio dei docenti dell’Istituto Comprensivo “Capuana” di Partanna ha deliberato a maggioranza per la scuola elementare di attuare la settimana corta col sabato libero da lezioni e con attività didattiche fino alle 14 negli altri giorni (da lunedì a venerdì). Varie le opinioni a proposito evidenziate dalla decisione presa a maggioranza.

Sulla decisione del Collegio e sulla tematica interviene l’ispettore Vito Piazza il cui intervento pubblichiamo interamente qui di seguito.

Intervento dell’ispettore Vito Piazza

“La variabile tempo a scuola è una delle variabili più importanti. Secondo il Mastery learning, l’apprendimento per la padronanza è la VARIABILE PIU IMPORTANTE, tanto da determinare l’attitudine agli studi. Un tempo – ai tempi del fascista Giovanni Gentile – l’attitudine veniva considerata innata. C’erano i “nati alla zappa e alla vanga” ( i figli dei poveri) e c’era chi era nato per fare la CLASSE DIRIGENTE. Chi ha letto Don Milani (e nel mio piccolo “Attè ti picchia luigi?”) sa che il tempo pieno è la soluzione migliore finora trovata per colmare eventuali deficit. Il tempo corto non solo non aiuta, ma accresce i deficit. Deutsch parla di deficit cumulativo. Inoltre c’è da fare i conti con la curva dell’attenzione che nei bambini non supera i 45 minuti.

Prolungare i tempi di attenzione concentrando il tutto nell’orario mattutino non solo è più che un delitto contro l’infanzia, è un errore che produce disturbi cognitivi ed emotivi che avranno ripercussioni nella vita da adulti. Tempo pieno o tempo parziale? L’importante che non sia vuoto, l’importante è che si rispettino le varie curve dell’attenzione scientificamente testata. Immagino che gli insegnanti elementari di Partanna sappiano tutto sull’attenzione, sugli stili di apprendimento, sulla modularità delle attività da proporre. Perciò avranno il sabato libero. La resa scolastica in termini di attenzione e profitto è la stessa in entrambe i casi? Nel pomeriggio i ragazzi sono concentrati quanto la mattina? “La capacità di rimanere concentrati su contenuti che ci vengono veicolati e che richiedono uno sforzo mentale costante, focalizzato su un obiettivo – spiega Roberto Dell’Acqua, docente del dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’università di Padova – è nota come attenzione sostenuta. Nel caso degli studenti in aula c’è chi cerca di memorizzare subito la lezione e chi, invece, attraverso una propria chiave interpretativa traduce i contenuti in appunti per delegare la memorizzazione a una fase successiva”.

Non si tratta di un processo lineare, ma di un fenomeno psicofisiologico caratterizzato da un’alternanza tra momenti di aumento e di calo del livello dell’attenzione su cui influiscono diversi fattori, tra cui il ritmo cicardiano.. “Le performance migliori – sottolinea Dell’Acqua – si ottengono nelle due ore che precedono il mezzogiorno, con un decremento sensibile a partire dalle 12,30. Se si considera che la soglia di attenzione è di 40-45 minuti, un prolungamento mattutino è da evitare, a meno che non si voglia favorire il riposo degli insegnanti piuttosto che l’apprendimento dei bambini.

Del mio stesso avviso l’amico Andrea Canevaro, docente di pedagogia all’università di Bologna: “A creare problemi è la difficoltà di distribuire le energie tra riposo e attività. Molti bambini riposano male, in alcuni casi vengono letteralmente strappati dal letto”. Caro Andrea sembra questo di Partanna essere il caso. Su NewScientistRussel Foster dell’università di Oxford, sottolinea come per un adolescente svegliarsi alle 7 sia come per un cinquantenne alzarsi alle 5. Ne consegue che per un bambino di I o di II si tratta di svegliarsi alle 4 di notte. Esiste poi il grado di stanchezza. Le capacità attentive non rimangono invariate ma vanno via via incontro a un processo di normale decadimento nel corso della mattinata. Un ruolo altrettanto importante giocano la durata del compito, l’interesse e la motivazione, che potenziano l’intensità dell’attenzione.

Attraverso esami elettroencefalografici è stato rilevato che quanto più l’individuo si “abitua” al compito, tanto più con il passare del tempo cala il livello di attivazione delle risorse di attenzione e aumenta la possibilità di compiere errori. Bisogna che gli insegnanti siano molto creativi e quasi geniali nel far CREARE sempre il bambino.

Giacomo Stella, autore di studi sullo sviluppo cognitivo, ha dimostrato che la partecipazione a compiti monotoni è accompagnata a un rendimento inferiore, che diminuisce con l’aumentare del tempo di impegno.

Lo scolaro (è sempre il mio amico Canevaro) segue meglio le lezioni se sono impegnative e non banali. La banalità non aiuta l’attenzione. Si consideri poi che oggi (Università di Padova) è stato dimostrato che la durata dell’attenzione nei ragazzi è sempre più ridotta. E le materie sono più impegnative.

Se la delibera del CD di Partanna di mercoledì scorso fosse vera, sarebbe un disastro. Per i bambini. Agli adulti: BUON WEEK-END! Chi ha detto che i figli “so piezzi ‘è core?”

Vito Piazza (Che ha fatto DAVVERO l’ispettore anche se la gente si ostina a chiamarlo Direttore)”.


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