FAVIGNANA – ERICE – Sabato 5 novembre, alle ore 11, alla spiaggia di San Giuliano a Erice, un’altra tartaruga Caretta caretta recuperata, soccorsa e assistita dai biologi marini e dai veterinari del Centro di Primo Soccorso per Tartarughe Marine dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi”, verrà liberata in mare, dopo la completa guarigione. Alla liberazione prenderanno parte il sindaco del Comune di Favignana e presidente dell’AMP, Giuseppe Pagoto, il Sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, il Comandante Giuseppe Guccione, della Capitaneria di Porto di Trapani, oltre ai rappresentanti al Servizio 19-U.O.03 – Ripartizione Faunistico Venatoria di Trapani.
L’esemplare si chiama Beatrice, rinvenuta il 9 settembre 2016 proprio a San Giuliano (Casa Santa Erice – Trapani), sul Lungomare Dante Alighieri (da cui è stata battezzata Beatrice) grazie all’intervento dei bagnini e dell’operatore turistico della spiaggia. E’ stato consegnato al personale della Capitaneria di Porto di Trapani che ne ha seguito il trasferimento fino al Centro di Primo Soccorso a Favignana.
Beatrice, una femmina adulta di circa 76 cm di lunghezza e 52 kg di peso, all’arrivo al Centro presentava visibili ferite multiple da costrizione sulle pinne anteriori. Dalla visita veterinaria è emersa la presenza di un amo da tonno in esofago prossimale. Il veterinario ha provveduto alla rimozione dell’amo, che per fortuna non aveva causato particolari lesioni. Destavano preoccupazione, invece, le ferite agli arti anteriori e in particolare alla pinna anteriore destra, dove la costrizione della lenza aveva provocato una ferita profonda, con compromissione della circolazione e parziale necrosi della parte distale dell’arto. Le medicazioni e i curettage delle lesioni, effettuate costantemente dallo staff veterinario, hanno scongiurato l’amputazione dell’arto consentendo a Beatrice di tornare a nuotare senza alcuna difficoltà.
“Beatrice – spiega il direttore dell’AMP, Stefano Donati – è stata vittima di cattura accidentale da parte di un palangaro derivante, utilizzato per la pesca dei grandi pelagici. Nel complesso questo attrezzo, assieme ai palangari da fondo, è responsabile di circa il 40 per cento delle morti di tartarughe marine nel Mediterraneo. Oltre ai danni provocati dall’amo, rappresentano una minaccia le lenze ad esso legate, soprattutto se vengono lasciate lunghe nell’atto di tagliarle per liberare l’animale. Una lenza lunga, se ingerita, può, assieme all’amo, generare lesioni interne, che nella maggior parte dei casi si rivelano mortali. Nel caso di Beatrice la lenza non è stata ingerita ma si è avvolta attorno agli arti, compromettendo la sua capacità di nuoto e generando lesioni reversibili”.
Attraverso il progetto LIFE +12 TartaLife, inoltre, finanziato dalla Commissione europea, il Centro sarà presto potenziato a Centro di Recupero. Per segnalazioni o comunicazioni, è sempre attivo il numero dedicato “SOS Tarta” 328.3155313, H24, oltre che l’indirizzo di posta elettronica sostarta@ampisoleegadi.it.