La Chiesa di San Domenico a tre anni dalla riapertura

CASTELVETRANO – Il Club per l’UNESCO di Castelvetrano Selinunte porta a termine l’impegno attivo e costante fin qui rivolto alla chiesa di San Domenico. Il Club nel febbraio 2014, quando in coerenza con i suoi scopi statutari e in forza di una convenzione triennale si è fatto promotore ed interprete, su invito delle parti cofirmatari del protocollo d’intesa, del prezioso e faticoso iter di sensibilizzazione e promozione, che doveva realizzare un sistema virtuoso e condiviso, affinché la Chiesa di San Domenico “assumesse il ruolo che da sempre le competeva – evidenzia il presidente dell’Unesco cittadino – quello di volano del percorso di valorizzazione e fruizione del nostro patrimonio artistico-culturale. Da subito ci siamo messi a lavoro per cercare di raggiungere questo ambizioso obbiettivo nell’ottica che i presupposti ci fossero tutti. In questi tre anni, il Club per l’UNESCO di Castelvetrano Selinunte, con le proprie esigue economie ha realizzato tutta una serie di iniziative ed eventi di grande spessore, culturale, artistico e storiografico. Stimolando donazioni liberali e con la partecipazione del Kiwanis Club di Castelvetrano, ha dotato la chiesa di moderni e adeguati scivoli, per consentirne la visita ai non deambulanti, di delimitatori, per la salvaguardia delle lapidi poste sul pavimento, del mausoleo e degli altari e di pannelli didascalici delle opere d’arte presenti nella chiesa. Il Club, inoltre, ha elaborato e prodotto un pieghevole di prestigio, messo a disposizione di tutti i visitatori, per far conoscere ed identificare i tratti salienti di tanta maestosità e bellezza, e si è adoperato affinchè l’albero di Jesse, le particolari rappresentazioni iconografiche e tutte le opere presenti nella chiesa  facessero il giro del mondo sul web, ben meritando, il Sacro edificio, l’appellativo “Sistina di Sicilia”. Sono state organizzate numerosissime visite guidate a cura di nostri soci, storici qualificati. L’azione di valorizzazione e promozione, fin qui intrapresa, ha attratto migliaia di visitatori incuriositi (il monumento è stato visitato da giornalisti, studiosi e da tante Autorità, tra gli altri dal Ministro degli Interni). Il particolare impegno assunto, con il protocollo d’intesa, cessa ufficialmente il 6 febbraio, ma con esso non scade il nostro interesse per il monumento, in quando il ruolo del Club rimane quello di essere lievito per la promozione e la valorizzazione del Patrimonio Culturale, materiale e immateriale, della nostra Città e del nostro territorio. A nostro avviso, il futuro del Monumento è legato alla sua musealizzazione, come fu proposto dal nostro illustre concittadino il Prof. Giuseppe Basile, storico dell’arte e specialista nella teoria del restauro, già nel lontano 1984 in una lungimirante illuminata intuizione, che condividiamo, per la creazione di un circuito Culturale-Turistico per il rilancio della nostra Città”:

“Chiedersi che cosa fare di S. Domenico, a che uso destinarlo, sembra quasi superfluo. Il monumento ha infatti come nessun altro nella nostra città i requisiti per essere considerato un museo in se stesso. …..

Si aggiunga che la condizione giuridica del monumento, appartenente al Fondo per il Culto, lo consentirebbe e, soprattutto, che la vicinanza di una chiesa come quella parrocchiale dedicata al Santo Patrono rende insussistenti quei problemi di decultualizzazione …

……porsi il problema della gestione del museo e dei costi conseguenti, che vanno da quelli di puro mantenimento delle condizioni di sopravvivenza e di sicurezza del contenitore e delle opere esposte, …… manutenzione dell’edificio e delle opere, che deve essere tempestiva e continua, se non si vuole che fra qualche anno si debba di nuovo temere per la perdita del monumento”.

Il Club ha ben chiaro che abbiamo l’obbligo morale di essere “custodi” della “Bellezza”, del paesaggio e di ogni espressione artistica e monumentale che ci ha raggiunto attraverso i secoli, che rappresenta la nostra storia, il nostro “chi siamo e da dove veniamo”, e che noi siamo chiamati a preservare per le future generazioni.

 


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