PARTANNA – il 1° Agosto, al Castello Grifeo, alle ore 21.30 sarà messo in scena, con il patrocinio del Comune di Partanna, “Fango” di Gabriello Montemagno, adattamento e regia di Giacomo Bonagiuso. Pubblichiamo sulla rappresentazione un intervento della dott.ssa Antonella D’Angelo.
Chi ricorda gli Angeli del fango?
Erano ragazzi, giovani di ogni genere ed età, sopraggiunti a Firenze, per via dell’alluvione nel 1966, da ogni parte di Italia e d’Europa a salvare dall’oblio persone, case, opere d’arte e libri travolti, trascinati e sepolti dal fango. I giovani, nel mettersi all’opera, addobbati con tute, guanti ed elmetti per affrontare la lordura e mettere le mani in pasta, uscivano da ogni intervento con schizzi di fango dove meno se lo aspettavano, senza capire come mai così ben protetti il fango giungeva ovunque!
Noi, “attori” del Collettivo Urbano d’Arte di Castelvetrano, un laboratorio teatrale per adulti diretto da Giacomo Bonagiuso, oggi, come loro, intoniamo un coro di dolore e rappresentiamo sulla scena il FANGO della nostra Sicilia, stavolta un metaforico terreno, insidioso e melmoso, che ingloba ciò che travolge, in un pesante gelatinoso coagulo di sangue, tramite questo allestimento del dramma del giornalista Gabriello Montemagno.
Noi attori – anche chi ha fatto parte del laboratorio senza andare in scena, come me – saremo una voce unanime in grado di richiamare i fantasmi della memoria della nostra storia, noi attori passi e gesti per evocare i giochi di potere e delle politiche corrotte, noi nello strisciare esultare e piangere spareremo pallini di fango, con il quale lo spettatore si troverà a fare i conti a ridosso della propria coscienza.
Noi, qui, oggi, senza sollevare tempeste né alluvioni, muniti di soffi e sussurri di parole per rinnovare la mission ossia impedire al signor FANGO di fagocitare i nostri figli, i nostri amici, la dignità, i nostri valori e la nostra cultura e ancor più l’entusiasmo e la speranza nel cambiamento.
Noi angeli del fango facciamo palpitare, con il nostro volo leggero, la scena teatrale, senza neppure poggiare le piume sui detriti, ed i nostri sguardi saranno allo stesso tempo lo sguardo della persona e lo sguardo del personaggio.
Siamo qui per stanare dalla platea il fantasma del Gattopardo il cui dogma è stato e si perpetua nel tutto cambia ma ogni cosa resta com’è. Questo abbiamo imparato da mesi di duro lavoro in un laboratorio intenso e potente, simbolico e sacrale magistralmente diretto da chi fa da anni, in questa Terra, del teatro una chiave del riscatto: Giacomo Bonagiuso.
L’assolo del nostro coro giungerà come un flebile, accattivante, invito al pubblico a rispecchiarsi prima ed entrare in punta di piedi nella scena, affiancare la persona/personaggio, sedervisi accanto, scegliendo quello per cui sente maggiore assonanza e poi, sentite le affinità, seguirlo ad ogni passo, ad ogni titubanza o decisione, soffrirne le ambivalenze, l’inadeguatezza, la paura, condividerne la sporcizia od il disgusto, pagarne i sensi di colpa e le frustrazioni subirne o eccitarsi per la spavalderia o l’arroganza e infine goderne il coraggio, la determinazione, la sfida.
E dobbiamo sospettare e temere che il fango che schizzerà ad ogni passo, saltello, sospiro, possa imbrattarci e sapere che se attendiamo che si asciughi si attaccherà alla nostra pelle e diverrà leggero, impalpabile, e finiremo per assorbirlo e lo condurremo con la linfa dentro di noi e saremo con esso un tutt’uno…noi FANGO!?
In scena: Martina Calandra, Saverio Oro, Alessandra Sparacia, Vito Cafiso, Sofia Sossio, Karen Lisciandra, Roberta Giacalone, Rosanna Scaturro, Giordana Firenze, Danilo Marino, Audenzia Interrante, Rosanna Bono, Antonella Cammarata.
Antonella D’Angelo