ROMA – Su indicazione della comunità europea, il Ministero delle Politiche Agricole ha aumentato la quota tonno rosso all’Italia, aggiungendo 600 tonnellate alla quota di 3.294 tonnellate, ormai bloccata da diversi anni, spingendola, quindi fino a 3.894 tonnellate. Un aumento significativo di quasi il 20 per cento che era atteso da quasi 20 anni. Una notizia positiva che rischia, pero’, di fare scontrare gli interessi in particolare di due regioni come la Sicilia e la Campania, che pescano tanto tonno con sistemi diversi tra loro. Non a caso sono diverse le richieste di distribuzione della modalità di pesca per la nuova quota. La Sicilia ha chiesto che queste quote siano distribuite principalmente a chi pesca il tonno con il sistema palangaro, alle tonnare fisse e alle cosiddette quote accidentali. Al momento tre quarti delle quote tonno, il 75 per cento circa, appartengono al cosiddetto sistema a circuizione, molto praticato in Campania, regione che, secondo i dati del 2017, pesca 2.460 tonnellate di tonno rosso. Per questo, in vista della nuova ripartizione, l’assessore regionale siciliano alla Pesca mediterranea Edy Bandiera ha chiesto al Ministero modifiche ai criteri di distribuzione delle nuove quote, considerando inaccettabile una ripartizione triennale che assegni circa il 75% al sistema di pesca della circuizione, a fronte di appena il 14% a quello del palangaro, diffuso in Sicilia. In più l’emanazione del decreto di ripartizione del Ministero rappresenta un’occasione importante per la riattivazione delle tonnare fisse, attraverso l’assegnazione di alcune quote, con la conseguenza di stimolare uno sviluppo a largo respiro di tonnare come quella di Favignana che è ferma dal 2008.
Assegnate 600 tonnellate in più alla quota di tonno rosso per l’Italia per il prossimo triennio
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