Il giornale è uno strumento di comunicazione di massa, particolarmente diffuso nel mondo. Esso ci mette in contatto tutti i giorni con i diversi settori della politica, dell’economia, della cronaca, dello sport, riportando notizie il più fedelmente possibile.
Nel nostro Belpaese, detto “dalla memoria corta”, in cui più si va avanti negli anni e meno si legge, vivono venti milioni di cittadini che, pur avendo una certa cultura, non leggono. Secondo le statistiche Istat. in Italia, la lettura quotidiana del giornale non è ancora un’abitudine diffusa; da noi solo il 10 – 15% dei cittadini legge i giornali.
La stampa italiana non è riuscita ad acquistare la fiducia della popolazione, perché viene considerata, giustamente, ancora un mezzo di comunicazione di idee di parte, uno strumento in mano a precisi gruppi di potere politico o economico, che lo usano a proprio uso e consumo.
-Il giornalista, spesso chiamato all’inglese: reporter è un lavoratore del campo dell’informazione nel settore del giornalismo, che, oltre a informare la cronaca, si occupa di scoprire, analizzare, descrivere e scegliere notizie, per poi redigere articoli, inchieste per testate giornalistiche periodiche o agenzie di stampa, su un mezzo di comunicazione di massa (carta stampata, radio, televisione, internet).
Diversamente dalla maggioranza degli altri stati, in Italia l’attività del giornalista è regolamentata da una legge (L. 3 febbraio 1963 n. 69).
Giacomo Di Girolamo giornalista di Marsala nel suo libro “Cosa grigia” ha scritto che <
Il giornalismo in Italia vive in un contesto assurdo e pericoloso, che spinge al conformismo, che non invita a rischiare, a prendere iniziativa, a intrufolarsi nelle questioni più imbarazzanti. Ci sono naturalmente dei giornalisti controcorrente, che per una questione di onestà intellettuale e professionalità, fanno eccezione e, purtroppo, pagano la loro ostinazione di persona a caro prezzo.
Lo sapevano bene Giancarlo Siani, Mauro Francese, Mauro Rostagno, Cosimo di Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Beppe Alfano, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Anna Politkovskaja, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, ed altri. Morti, perché nell’esprimere le loro idee non pilotate erano soli e privi di sostegno.
Vito Marino