CASTELVETRANO – Una delle espressioni geografiche più antiche del mondo, cuore del Mediterraneo, terra degli ulivi ed esportatrice di agrumi; giaciglio dell’Etna e dei suoi molteplici crateri; “terra bellissima e disgraziata” l’ha definita Paolo Borsellino: “bellissima” per le sue risorse e per la fecondità del suo territorio, “disgraziata”, ahimè, per le troppe vicende malavitose alle quali i “Mass Media” dedicano sempre una particolare attenzione. In Sicilia, “i Vinti” sono uomini che dai tempi delle guerre greco-puniche fino alla “Guerra di Mafia” hanno lasciato il segno perdendo la propria vita e non è un caso che tutto in quest’isola evochi “terra” e “sangue”. Di essa si narra dai secoli più remoti, dall’epoca della guerra per la conquista e la spartizione dei territori tra Siculi e Sicani, fino all’ascesa di Segesta che vinse la guerra contro Selinunte. Per non parlare della dominazione Spagnola. In epoca contemporanea, dopo secoli di dominazioni e guerre di conquista, a lasciare traccia del suo irruento passaggio fu, invece, il catastrofico terremoto del 1968, i cui segni più evidenti si sono ravvisati in quasi tutta la “Valle del Belice”. E ancora il noto bacino del Belice che scorre e che finisce il suo corso giù al “ponte di ferro”, dove i treni hanno invertito la loro traiettoria, qualche km più avanti rispetto al promontorio dove si erge austera l’Acropoli sconfinata, cui la pianta del “Selinon” ha dato il nome. Per non parlare del litorale unico che dal fiume Belice arriva fino a Triscina ed oltre, litorale che fa gola a molti. Non a caso le spiagge della Sicilia sono tra le più invidiate del mondo, a partire dalla spiaggia dei Conigli dell’isola di Lampedusa fino a Castellammare del Golfo, portone d’ingresso della riserva dello Zingaro per giungere alla Tonnara di Scopello, scalo imposto nei tour organizzati per la sua rude bellezza mediterranea e alla “chiassosa” San Vito lo capo.E non può mancare un riferimento allo “stagnone” di Marsala, la “Mammacaura al Tramonto” con un cielo cobalto a varie tinte dal giallo al rosso. Tutta la Sicilia profuma di terra e di mare. Per non parlare dei mosaici di Piazza Armerina, del borgo medioevale di Sambuca di Sicilia, della Valle dei Templi, all’Arcipelago delle Isole Eolie. E poi Pantelleria, Favignana e così via. E poi Acireale, Sciacca con i loro carnevali definiti i più belli al mondo. E poi Noto, capitale del Barocco, Modica, Scicli, Taormina, Siracusa e ancora Selinunte con il Parco Archeologico più grande del Mondo. E ancora Avola e la nostra Castelvetrano note, anche, per il pane nero. L’altra faccia della medaglia è purtroppo triste e disarmante: carenza d’infrastrutture, inefficienza di servizi, che si estendono dalla sanità alla scuola, all’ambiente, forse ad eccezione del turismo, non fanno discostare la nostra amata Isola da uno dei paesi del terzo mondo, tanto da rendere il Nord italiano insofferente nei confronti dei meridionali che rifuggono la disoccupazione e li costringe ad emigrare, ma la bellezza indiscussa che contraddistingue il nostro territorio, patrimonio da custodire gelosamente, la fa risplendere di luce propria, esattamente come “un diamante allo stato grezzo”.
“Risorgi Sicilia, risorgi sulle tue sconfitte, riaccendi la fiaccola della storia e fa brillare sul volto dei tuoi figli la speranza mai doma di riscatto; risorgi e annienta, fruga tra le tue mani, tra i rovi aggrovigliati, strappa alla terra dalle tane nascoste le serpi velenose che ti succhiano il sangue e la speranza” scriveva mio nonno Pino Ferri in una collana di sue poesie: “risorgi sulle tue sconfitte” intimava, perché è solo da una sconfitta che si può sperare in una rinascita… qui, in Sicilia, la “patria delle sconfitte”, dove tutto profuma di terra e di mare! .
Marika Anzalone