PARTANNA – Le professioni del domani nel campo della grafica, progettazione per il web, networking, automazione e simulazione, intelligenza artificiale. Si sono dati appuntamento stamattina (5 dicembre) per il talk su “I mestieri del futuro” all’auditorium Giacomo Leggio di Partanna alcuni fra i più noti programmatori e sviluppatori di software del panorama locale e nazionale. Da Luca De Dominicis, fondatore e Ceo di AIV (Accademia italiana videogiochi), primo istituto italiano di alta formazione nel settore videoludico e sviluppatore del primo donation game al mondo, a Diego Ricchiuti, co-fondatore e direttore creativo di Affinity Project passando per Roberto De Ioris, il programmatore e sistemista Unix che ha collaborato al kernel di Linux e Nginx. Fino alle eccellenze made in Sicily come Francesco Bianco e Saverio Lombardo, rigorosamente castelvetranesi e fondatori della start up ForgeH con sede al G55, impegnati in progetti di collaborazione con aziende hi-tech della Silicon Valley. Fra gli ospiti anche la dirigente scolastica dell’Itis Galilei di Roma e presidente del Polo Tecnico professionale “Informatica e meccanica” Elisabetta Giustini che ha stipulato una convenzione con l’Accademia italiana videogiochi per offrire ai suoi studenti una formazione altamente qualificante in campo tecnologico e in grado di renderli appetibili sul mercato del lavoro. “La familiarità dei nostri ragazzi con le nuove tecnologie – ha detto la dirigente – non ci deve spaventare ma anzi dobbiamo incoraggiarla così come fa Partanna. L’esperienza di questa città mi ha molto colpita e per rendervi omaggio intitolerò al G55 uno dei nostri nuovi laboratori”. L’evento rientra nell’ambito della prima Settimana delle Scienze, Innovazione, Tecnologia e Ambiente (Sita) organizzata dal Comune di Partanna fino all’8 dicembre. “Cinque anni fa abbiamo creato il G55 – spiega il sindaco Nicolò Catania – come primo coworking e fablab pubblico per stimolare le imprese, soprattutto nel settore tecnologico, ad investire qui. Quando hanno iniziato a farsi avanti le prime aziende che cercavano dipendenti sul posto abbiamo capito che occorreva formare i nostri ragazzi perché nessuno di loro era pronto a svolgere gli incarichi proposti. Per cui il G55 ha centrato il suo focus sull’importanza della formazione per quei mestieri che trovano nella tecnologia il loro sbocco naturale. Il nostro motto è che anche a Partanna si può fare impresa in un settore in continua evoluzione come quello tecnologico e informatico creando una rete fra scuole, istituzioni e investitori privati. Lo scopo è formare persone competenti che vengano richieste dal mondo del lavoro, attraverso la concertazione con esperti esterni che ci indichino quali sono oggi i profili professionali più richiesti”. A raccontare l’utilità e le numerose opportunità di lavoro connesse al mondo dei videogiochi Luca De Dominicis: “Il gioco è qualcosa che ci accompagna dall’alba dei tempi e soddisfa i bisogni fondamentali di realizzazione di sé e di autostima. Per creare un videogioco si impiegano mediamente 300 persone che lavorano per tre anni con budget che si aggirano sui 150mln di euro. Quindi crearli ‘non è un gioco da ragazzi’, sono richieste abilità grafiche che una volta apprese possono poi essere utilizzate nella creazione di pubblicità, ma anche nel campo dei serious games ad esempio i simulatori che in campo sanitario ci insegnano come gestire virtualmente un pronto soccorso o in ambito stradale il traffico urbano, software come Kinect nato per i videogiochi e poi diventato un simulatore per le esercitazioni virtuali dei chirurghi, programmi per sensibilizzarci sui disastri naturali o ancora per addestrare nel volo i piloti professionisti. Queste sono simulazioni che hanno alla base la tecnologia dei videogames. La realtà virtuale può essere molto importante anche per innovare la didattica con sistemi più moderni, interattivi e divertenti e migliorare l’apprendimento di materie ostiche come matematica e fisica ma anche arte, letteratura e storia”. Dominicis ha poi voluto segnalare il successo tutto siciliano dell’ingegnere Manuele Bonanno, già studente di Aiv è oggi programmatore del popolarissimo Assassin’s Creed. A prendere la parola è stato poi Saverio Lombardo per raccontare la propria esperienza: “Ormai non occorre più chiedersi se l’azienda per la quale vogliamo lavorare abbia sede dove viviamo. Soprattutto nel settore dei software si può lavorare in remoto con uffici all’altro capo del mondo in piena autonomia. Si tratta di professioni che non richiedono di emigrare e che invogliano molto le aziende alle quali viene tolto il fardello dei costi di realizzazione delle postazioni fisiche di lavoro perché ognuno presta servizio da casa. Io ho scelto di restare in Sicilia, nonostante le proposte arrivate dall’estero, ma con la continua formazione e l’apprendimento ho lavorato sempre in contesti internazionali. Quando poi ho conosciuto Francesco Bianco abbiamo unito le forze per realizzare ForgeH, la nostra start up con sede al G55, e oggi per alcuni progetti con la Silicon Valley siamo alla ricerca di altri sviluppatori per il web che possano lavorare in team con noi”. Per Roberto De Ioris “l’obiettivo dell’Aiv è formare personale adatto a lavorare anche per aziende internazionali nel campo della programmazione low-level (sicurezza informatica), computer graphics, automazione e gestione, networking, simulazioni, audio e intelligenza artificiale. Se non diventiamo competitivi nella nostra professione non faremo mai strada e non potremo cogliere le opportunità che il mondo ci offre”. A chiudere l’incontro De Dominicis che ha manifestato l’intenzione di “aprire una sede al G55 per formare i ragazzi e portare quest’estate un festival del cinema e dei videogiochi a Partanna”.