TERMINI IMERESE – Le edicole votive e le cappelle sono totalmente differenti come provenienza, come storia, come funzione (benché la tradizione continui a confonderle e qualificarle con le stesse denominazioni, cappidduzzi, edicole, altarini): a protezione della casa e della famiglia la prima, spazio e luogo virtuale al servizio della comunità la seconda.
A Termini Imerese si contano ben 132 edicole votive sparse per la città e solamente 17 cappelle.
E saranno appunto queste ultime, che puntellano il paesaggio urbano, ad essere oggetto di una visita guidata promossa dall’Associazione SiciliAntica che si terrà domenica 5 maggio 2013 con partenza alle ore 9,30 da Piazza S. Antonio.
L’iniziativa si tiene nell’ambito dell’Infiorata Termitana promossa e organizzata dal comitato di quartiere Madonna delle Grazie e dall’Associazione musicale culturale “Città di Termini Imerese” che ricopriranno nella stessa giornata di un tappeto di fiori la via Giacinto Lo Faso.
La visita sarà guidata da Alfonso Lo Cascio, della Presidenza regionale di SiciliAntica che illustrerà la differenza tra le edicole e le cappelle con gli elementi caratteristici che le distinguono, mentre la spiegazione delle singole cappelle della città alta sarà curata da Andrea Sansone, architetto, studioso della storia della Città e del territorio, e autore di un dettagliato censimento di tutte le edicole votive di Termini Imerese.
Anche se spesso i rispettivi termini, edicola e cappella, vengono utilizzati come sinonimi, hanno un retroterra culturale e una tradizione diversa.
L’abitudine di posizionare sulle facciate degli edifici delle immagini sacre risale all’antica civiltà romana e trae origine dal culto dei Lares (i Lari, appunto dei protettori della casa)
A differenza dell’edicola la cappella si pone invece come una “piccola chiesa” fuori dall’edificio sacro, che per natura ricopre questo ruolo, un “luogo di culto” degli abitanti del vicolo, della strada, del quartiere.
Una cappella a differenza dell’edicola non protegge una casa o una famiglia, nemmeno quella a cui viene accostata fisicamente, ma proietta uno spazio sacro a servizio dell’ecclesia.