È esperienza comune, per chi soffre di allergie alimentari, di notare un peggioramento nel periodo primaverile. E’ solo un’impressione o è la realtà? Le allergie alimentari sono un problema piuttosto diffuso, colpiscono infatti il 3-5% dei bambini e l’1-2% degli adulti. Molte di queste persone, inoltre, si accorgono di un peggioramento dei sintomi nei mesi primaverili, proprio durante il picco della stagione pollinica. Gli alimenti vegetali contengono numerosi potenziali allergeni; molti di questi sono assai simili agli allergeni che si possono ritrovare nei pollini. È proprio questa “vicinanza” tra gli allergeni alimentari di origine vegetale e quelli pollinici a causare il peggioramento dei sintomi in primavera. Il fenomeno prende il nome di cross-reattività tra allergeni pollinici ed alimenti vegetali. Questo fa sì che il sistema immunitario possa reagire anche a dosi molto piccole di un allergene alimentare vegetale, dosi che magari in altri periodi vengono tollerate senza problemi. Il peggioramento, fortunatamente, di solito coinvolge i sintomi più lievi, quali il prurito in bocca (anche detto “sindrome orale allergica”) o l’insorgenza di orticaria. I soggetti con gravi allergie alimentari devono prestare la massima attenzione a non assumere l’alimento al quale sono allergici, e questo vale sia in primavera come nelle altre stagioni, senza particolari differenze. Tra gli alimenti comuni più a rischio ci sono la mela, la pesca, il melone e la frutta esotica, “vicini” per il nostro sistema immunitario, alla struttura di conclamati allergeni come la betulla, le graminacee o il lattice. Di Fabrizio Barone