“La viabilità in Sicilia è al collasso: strade statali e autostrade sono lontane dagli standard europei”. L’ allarme lanciato dal deputato regionale Carmelo Pullara

PALERMO – Autostrade interrotte, strade statali rattoppate alla meno peggio, provinciali come “trazzere”. È la fotografia attuale della viabilità in Sicilia. Una rete stradale che ancora una volta si è fatta trovare impreparata ad accogliere i flussi di turisti che quest’estate si sono riversati in Sicilia.

Come raccontano i media, le vacanze si sono trasformate in incubo a causa dei lunghissimi serpentoni di auto presenti in più parti dell’Isola. A ridosso di Trabia, una coda che in una domenica da bollino rosso può durare anche un’ora, ma che in un giorno qualsiasi di questa settimana caldissima per le autostrade promette non meno di una trentina di minuti di attesa. Stessa trama nel catanese e nel messinese, tutto questo perché sono presenti ben 39 cantieri e restringimenti di carreggiate.

Sulla Palermo-Catania, uno ogni 14 sull’autostrada che dal capoluogo porta a Mazara del Vallo, uno ogni 19 su quella che collega fra la città più grande dell’Isola e Messina.

Il risultato è lunghi incolonnamenti ed esasperazione degli automobilisti. Ma il tema della viabilità in Sicilia riguarda anche le strade interne, quelle che una volta erano gestite dall’Ente Provincia e che adesso versano in uno stato pietoso. Nell’area interna delle “Terre Sicane”, zone di grande appetibilità turistica e dove ci sono giovani imprenditori che si fanno in quattro per portare avanti le loro attività produttive, spostarsi è diventato un rischio.

Per non parlare della 189 Agrigento – Palermo, una strada ormai che chi la conosce la evita, della SS 640, dove l’assenza di manutenzione è sotto gli occhi di tutti. Un peccato che tanti giovani che in questi giorni sono rientrati in Sicilia per le vacanze, considerato lo stato attuale della nostra viabilità, ripartiranno con il solito amaro in bocca.

Quanto sopra è stato evidenziato dall’on. Carmelo Pullara, presidente Commissione speciale all’Ars


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