SELINUNTE – Il cirneco dell’Etna è presente in Sicilia da almeno tre millenni, gli archeologi hanno scoperto le sue tracce in ritrovamenti fossili, numismatici e letterari. Lungo il corso del Simeto, attorno al 1960 era stato ritrovato lo scheletro di un cane, risalente all’incirca al 1400 avanti Cristo, con la testa molto somigliante al tipo Cirneco. AltrI tre scheletri balzano fuori dalla Necropoli del Fusco a Siracusa, e nei mosaici della Villa del Casale, è raffigurata una muta di cirnechi mentre sbrana Atteone. Mail nostro cane è soprattutto rappresentato su monete con la Dicracma di Segesta, che circolano in Sicilia tra il V e il III secolo avanti Cristo. Insomma non esiste un altro animale che possa vantare un simile “pedigree” archeologico. Per i suoi estimatori, si tratta di una razza nobile, elegante, fedele, un cane da caccia abituato a vivere vicino all’uomo: se ne discuterà domani (domenica 26 settembre) dalle 9,30 all’antiquarium del Baglio Florio nel Parco archeologico di Selinunte e dalle 15 alle Cave di Cusa, due diversi momenti di discussione sul tema “Il cirneco tra archeologia e attualità”. Dopo l’introduzione del direttore del Parco, Bernardo Agrò, Giuseppe Veraldi, presidente dell’Società amatori cirneco dell’Etna, modererà i diversi interventi di Felice Modica, Camillo Palmeri, Paolo Valentini, Giovanni Giacobbe, Antonino La Barbera che,ciascuno per le sue competenze, affronteranno la storia del cirneco nelle sue componenti storiche, artistiche, archeologiche, a partire dall’inserimento nel Reis, il Registro delle Eredità immateriali della Sicilia. Dalle 15, nell’area monumentale delle Cave di Cusa, è previsto il raduno nazionale “Cirneco dell’Etna” dell’Enci, l’ente nazionale cinofilia italiana. La sera dalle 20 alle 23, si potrà accedere e visitare il baglio Florio nel parco archeologico di Selinunte, nell’ambito delle Giornate europee del Patrimonio, pagando soltanto 1 euro.
Il cirneco dell’Etna raffigurato nelle antiche monete a Selinunte e Cave di Cusa
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