MILANO – “Il Policlinico di Milano ha recentemente ottenuto un finanziamento del Ministero della Salute per studiare i meccanismi immunologici per il trapianto di microbiota fecale per i pazienti con Colite Ulcerosa. Nei prossimi anni seguiremo anche questo approccio di ricerca inoculo-fecale”, – sottolinea il prof. Flavio Caprioli, Professore associato presso il Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti dell’Università degli Studi di Milano
Il microbiota, l’insieme di microrganismi che si trovano nel corpo umano, è sempre più osservato speciale da parte dei gastroenterologi per capire se possa offrire ulteriori opportunità terapeutiche. Dal Congresso “Current Management and future perspectives in IBD”, organizzato da Health Meetings Group, online il 4-5 novembre con la presidenza del prof. Maurizio Vecchi, professore ordinario Gastroenterologia – Università degli Studi di Milano, emergono spunti interessanti in tema di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – MICI, ossia Colite Ulcerosa e Malattia di Crohn, e celiachia.
“Recenti studi dimostrano che se un paziente affetto da MICI a seguito della terapia non raggiunge una normalizzazione della componente microbiologica, il rischio di andare incontro a una riacutizzazione nei mesi successivi è più elevato – spiega il prof. Flavio Caprioli, professore associato presso il Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti dell’Università degli Studi di Milano – Interviene dunque un concetto inedito di guarigione del microbioma, importante a scopo profilattico, che si può raggiungere con approcci terapeutici innovativi come il trapianto fecale, ad oggi in Italia limitato a un certo numero di centri. Il Policlinico di Milano ha recentemente ottenuto un finanziamento del Ministero della Salute per studiare i meccanismi immunologici per il trapianto di microbiota fecale per i pazienti con Colite Ulcerosa, quindi nei prossimi anni seguiremo anche questo approccio di ricerca. Il trapianto fecale è un trapianto attraverso un esame endoscopico con cui vengono inoculati dei quantitativi standard di feci diluite da parte di donatori sani selezionati sulla base di precise caratteristiche e dopo attenti screening. L’inoculo fecale avviene attraverso un canale endoscopico a livello del colon. Con questo approccio terapeutico, il paziente che riceve il trapianto assume un microbioma sano di un’altra persona. Questo procedimento si è rivelato già efficace per alcune patologie come il Clostridium difficile recidivante, ma anche la colite ulcerosa ne può trarre beneficio. Restano dubbi legati al tipo di donatore, alle modalità, alla frequenza e ad altri parametri che devono ancora essere approfonditi”.