LEVANZO – Tre tonnellate di catrame rimosse dalla splendida spiaggia rocciosa di Cala Tramontana, a Levanzo, nell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi. E’ il risultato del secondo intervento nell’arcipelago dei gruppi specializzati nella pulizia delle coste a seguito di spiaggiamento di prodotti petroliferi di Legambiente protezione civile.
La settimana scorsa, infatti – dopo l’intervento dei volontari di Legambiente a Favignana dove, a gennaio, con condizioni meteo particolarmente difficili, è stata raccolta un tonnellata e mezzo di idrocarburi – l’attività è ripresa a Levanzo, dove lo spiaggiamento di catrame aveva interessato circa 70 mq di costa.
Un intervento, particolarmente complesso dal punto di vista logistico, che ha consentito di rimuovere uno strato consistente e solidificato di catrame, spesso in alcuni punti diversi centimetri, e di limitare l’impatto ambientale dello spiaggiamento evitando che un notevole quantitativo di prodotto tossico e inquinante rimanesse disperso nell’ambiente.
Le operazioni sono state condotte a mano, con l’ausilio di diversi strumenti da lavoro: dai piedi di porco ai punteruoli per rimuovere gli strati più secchi e duri di catrame, a pale, palette e spazzole, indossando tute protettive, guanti speciali, maschere antigas e occhiali.
La spiaggia di Cala Tramontana interessata dall’inquinamento è un luogo di straordinaria bellezza e ricchezza naturalistica dove nidificano uccelli marini ed è raggiungibile attraverso un lungo sentiero percorribile a piedi.
L’intervento dei volontari di Legambiente, attivati dal Dipartimento della Protezione Civile dopo la segnalazione dello spiaggiamento, è stato coordinato dall’autorità di protezione civile locale e condotto grazie alla sinergia con il Comune di Favignana e l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi e con la collaborazione dei volontari del gruppo locale dei Vigili del Fuoco in Congedo.
“Tre tonnellate di catrame in meno sparse sulla costa, a danneggiare l’ambiente – commenta Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente – sono un risultato davvero ragguardevole, realizzato con procedure collaudate per tutelare al massimo l’integrità delle coste e il delicatissimo ecosistema dell’isola.
Purtroppo – aggiunge Rossella Muroni – gli sversamenti accidentali di idrocarburi, ma anche il lavaggio di cisterne in mare, sono fin troppo frequenti nel Mediterraneo e mettono a rischio ambienti marini e costieri dagli equilibri complessi e spesso fragili, che rappresentano invece una nostra preziosa risorsa. Per questo è urgente che il nostro Paese aumenti i livelli di prevenzione e di repressione dello sversamento di petrolio in mare, dotandosi di strumenti più adeguati rispetto a quelli attualmente in vigore. E’ necessario, inoltre, un radicale cambiamento di rotta della politica energetica nazionale, che deve puntare finalmente sulle fonti rinnovabili e non inquinanti”.