Conclusi i funerali di padre Calogero Russo

PARTANNA – “La morte non è l’ultima parola della vita, non è ‘la fine’, ma la porta attraverso cui raggiungiamo il nostro ‘fine’, la vita eterna”. Sono queste le parole ispirate che ieri (12 agosto 2022) sono risuonate nella storica Matrice di Partanna nell’omelia del Vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero, durante la Messa di suffragio dell’Arciprete Emerito, mons. Calogero Russo. “Questa è la fede dei credenti che si addormentano nel Signore con tale certezza nel cuore. Questa è la fede del caro padre Calogero Russo che ha concluso la sua vita terrena da credente il giorno 10 agosto 2022, una fede tanto più eroica quanto più mantenuta nel tempo. Quando ‘l’attesa della venuta del Padrone’ non è breve, infatti, ‘l’olio della lampada’ richiede continue e innumerevoli ricariche; e ‘l’attesa’ di padre Russo è stata lunghissima, addirittura 104 anni”.
Nato a Partanna il 21 maggio 1918, padre Russo viene ordinato Sacerdote l’8 marzo del 1941 a soli 23 anni non ancora compiuti, e impegnato dapprima presso il Seminario Diocesano come docente e vice Rettore e successivamente in Curia quale segretario dei Vescovi mons. Salvatore Ballo Quercio e mons. Gioacchino Di Leo. Nel 1954, però, l’arcivescovo palermitano è costretto a privarsi della sua preziosa opera per destinarlo alla Chiesa Madre di Partanna quale arciprete in un momento delicatissimo della vita ecclesiale di tale comunità per il traumatico abbandono del predecessore. In tale ruolo, svolto per oltre 43 anni, per la sua vasta cultura e la profondità di fede, unite a sincera umiltà e pregnante carità, diviene punto di riferimento per la comunità partannese.

Devoto alla Chiesa fino allo spasimo, aderisce sempre prontamente alle Sue indicazioni: è il caso, ad esempio, dell’impegno profuso per l’adesione della parrocchia allo spirito del Vaticano II o a quello del XV Sinodo Diocesano.

Impegnato nella promozione spirituale e materiale della comunità partannese, si fa carico delle necessità dei più deboli nei momenti ordinari e in quelli critici della loro vita, come nel caso, ad esempio, del post-terremoto del 1968.

Ispirato al motto evangelico “ut unum sint”, ricerca e realizza, insieme ai confratelli delle altre parrocchie, una edificante comunione fraterna che si concretizza in manifestazioni e cerimonie interparrocchiali.

Fedele all’impegno del “Sacerdozio eterno”, padre Russo, pur avendo lasciato nel 1997, per superati limiti di età, l’incarico di parroco, continua ad incarnarne gli ideali integrandosi nella pastorale comunitaria e trasformando la sua casa in un oratorio permanente fino all’ultimo giorno della sua vita.

Antonino Passalacqua


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