Documentario sul Belice (“Le cose ritrovate”) in concorso al Festival di Kerala in India

GIBELLINA – La memoria del terremoto nella Valle del Belice del 1968 è al centro del documentario “Le cose ritrovate” della regista Chiara Bazzoli, che sarà presentato, come unico film italiano in concorso, il 29 agosto 2022 all’International Documentary & Short Film Festival Of Kerala, prestigiosa rassegna in corso in India.

Le riprese del film sono completamente ambientate tra i paesi coinvolti nel sisma di cinquantaquattro anni fa. Il documentario, prodotto dalla Fondazione Apulia Film Commission e Fondazione CON IL SUD nell’ambito del progetto Social Film Production Con il Sud, è stato realizzato dalla Effendemfilm, dalla Rete Museale e Naturale Belicina e dall’Associazione Amici di Don Peppuccio Augello O.D.V., preziosi partner di progetto.

A far da sfondo alle scene del documentario sono quindi i ruderi ed i luoghi che ancora portano i segni del terremoto del Belice, con tutto il loro carico evocativo, immaginati dalla regista, come opere di Land Art. A descrivere e dare un titolo a queste simboliche opere d’arte sono chiamate direttamente le persone del luogo, che hanno vissuto quell’esperienza tragica e che rimangono legati al loro passato attraverso un ricordo, una fotografia, una poesia, una canzone.

“La Rete Museale e Naturale Belicina continua nella sua opera di divulgazione della realtà di un territorio ricco di passato e di presente – dice il presidente Giuseppe Maiorana – Tramite il lavoro del direttivo e l’apporto dei nostri soci procediamo nella strada intrapresa in questi anni, lavorando sulla dimensione nazionale ed internazionale del Belice, nelle sue componenti sociali e culturali. Per noi è stato un piacere ed un onore contribuire fattivamente alla realizzazione del documentario di Chiara Bazzoli, amica della Rete e regista di grande sensibilità – continua Maiorana – E sapere che un film ambientato nel Belice fa il suo debutto ad una rassegna così importante, in India, ci inorgoglisce ancora di più, perché è un riconoscimento alla memoria che cerchiamo di tutelare e tramandare”.


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