di Vito Piazza – Si avvicina il Natale. Quello che tutti noi subiamo senza neppure discutere visto che le discussioni riguardano questioni di lana caprina: presepe o non presepe a scuola? Gli integralisti di destra (siamo consapevoli che si tratta di categorie ormai obsolete ma utili per capire in modo approssimativo) vedono nel presepe a scuola un rafforzamento dell’identità nazionale, mentre gli integralisti di sinistra vedono nel presepe una sopraffazione e una sorta di razzismo che esclude chi non è cristiano. Entrambi dimenticano ciò che aveva evidenziato De Crescenzo – autore che cito malvolentieri ma che qualche volta ci azzeccava – secondo il quale GLI ITALIANI SI DIVIDONO IN PRESEPISTI ED ALBERISTI: i primi in maggioranza al sud, gli alberisti al nord, visto che il nord è sempre stato più permeabile agli influssi del nord-nord (Svezia, Norvegia ecc.) e nord america, di cui l’Italia (vedi la guerra in Ucraina) è colonia senza palle, tranne le palle dell’Albero. Partanna e i partannesi come al solito non si sbilanciano e perciò fanno sia l’Albero che i vari presepini nelle case o nelle chiese. Il nostro Sindaco (o forse ex sindaco?) ha sempre privilegiato l’Albero, sempre posto al centro della Villa Comunale, un albero sempre più brutto e sempre più esecrato dagli automobilisti partannesi sempre più ferraristi che corrono, corrono, ma non vincono mai. Ma almeno per questo Natale, vogliamo mettere da parte le ideologie e i pregiudizi? Ai sinistri (e come chiamare un PD che continua a ripetersi “bene, continuiamo a farci del male!”) diciamo che una donna povera (altro che povera donna) come Maria, con Giuseppe, falegname che mai avrebbe comprato all’IKEA, proni su un Bambino appena nato e riscaldato dal fiato del bue e l’asinello perché già consapevole dell’attuale crisi energetica, ci permettiamo di dire: cosa ci può essere di divisivo e razzista nell’immagine di una famiglia povera che tenta di sopravvivere tra il freddo e le pecore? La stella cometa che non appartiene a nessuno e che a tutti dà luce e speranza, è divisiva? E’ affermazione di una identità che vuole la divisione e l’odio fra bianchi e neri, tra nord e sud, tra israeliti, palestinesi, russi e ucraini? La stella è di tutti ed è simbolo di pace. Ed è un appello rivolto in primo luogo ai partannesi sempre divisi, sempre invidiosi, sempre giudici, sempre con una vision del tipo: A UN PARMU DI LU CULU…I partannesi sono sempre in lotta tra loro e, come diceva Cesare Pavese, “nessuna guerra è più sentita come le guerre fraterne!”. Proponiamo di eliminare i pettegolezzi? Rispetteremo l’undicesimo comandamento non scritto di farci i cazzi nostri? Agli integralisti di destra (nobilmente rappresentati non sempre, ma per opportunismo da Nicola Catania) ci permettiamo di dire che non è il PRESEPE che veicola i valori cristiani e meno che mai l’Albero. Ma è la volontà di migliorare, sia individualmente che socialmente. A scuola riscopriamo il valore della parola BUONO e della CATTIVERIA. E visto che a Natale si accompagna il nuovo anno, vogliamo tutti fare buoni propositi? I partannesi si impegnino ad elaborare una nuova vision riuscendo a capire che non siamo come il Candido di Voltaire in cui Pangloss credeva di vivere nel migliore dei mondi possibili e che Partanna non è un’isola felice ma fa parte del mondo; si impegnino i partannesi a richiedere meno leggi 104, meno telefonini, più rispetto per le file e gli immigrati, più legami che connessioni e tanto altro ancora per un rinnovato umanesimo e illuminismo. E al Sindaco (futuro ex) chiediamo una sola cosa, un ritorno al passato: TRASFORMARE LA NOSTRA CITTA’ in TERRA DEI FOSSATI eliminando gli infiniti fossi che fanno di un automobilista un AUTOBOLISTA PARTANNESE, vale a dire un automobilista perennemente incazzato e privo di sospensioni. BUON NATALE! sia che siate davanti al presepe sia che rompiate le palle sotto l’Albero. Ah dimenticavo: sia che siate semplici cittadini o facciate parte degli orfanelli della Giunta comunale!
Ma quale Natale?
da
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