Alla scoperta di Segesta islamica. Un nuovo progetto sulla stratificazione delle culture mediterranee

SEGESTA – Non sono diverse, non sono lontane, non nascono differenti. Mai come in questo momento, si deve immaginare un Mediterraneo complesso, crocevia di culture che, pur nella loro unicità e linguaggio, riescono ad entrare in connessione tra loro e trovare infiniti punti di contatto. In particolare Islam e Cristianesimo in Sicilia riescono a sovrapporsi, integrarsi, abbracciarsi: terra pacifica di popoli in dialogo, pesca nella sua storia millenaria e trova le ragioni per far sì che quelle connessioni siano valide oggi, in giorni in cui si alzano muri, rigidi o liquidi. Da un’isola aperta e annodando le orme di un popolo dalle origini misteriose come gli elimi, nasce un progetto che affronta il mosaico-Sicilia e lo declina su più direttrici: un nuovo percorso di visita sui simboli del sacro; la presenza di popoli diversi da rintracciare nella sovrapposizione di stili; il coinvolgimento degli studenti, l’apporto professionale di docenti universitari ed esperti di cultura araba.

Segesta incontra le culture. I simboli del sacro” è un piano di engagement ideato e organizzato da CoopCulture – gestore dei servizi aggiuntivi di Segesta – con la direzione del parco archeologico guidato da Luigi Biondo. Il progetto si focalizza sul periodo normanno quando si insediò nell’isola una comunità a forte prevalenza islamica; e racconta il contatto e l’interscambio tra culture apparentemente diverse e distanti, ma eredi del grande mondo mediterraneo.+

L’obiettivo a lungo raggio entra nelle pieghe più profonde del Parco e mira a disegnare a Segesta un nuovo itinerario di visita sui simboli del sacro – che è insieme luoghi, rituali, religioni, tradizioni, architetture -, a partire dalla moschea, dall’imponente tempio dorico e dalla piccola chiesa di San Leone, interessante sito stratificato di civiltà precedenti. San Leone nasce nel 1442 su una preesistente chiesa normanna-sveva di fine XII secolo che a sua volta sorge su un edificio di età ellenistica (tra il II e il  I secolo a.C.) i cui mosaici – riportati alla vista in questi giorni dopo pesanti interventi di disboscamento – furono poi riutilizzati come pavimento delle due chiese posteriori. Anche il vicino cimitero risulta sovrapposto ad ambienti di un precedente abitato musulmano. Il nuovo percorso di visite guidate sarà disponibile da luglio, tassello di un progetto più ampio del Gal Elimos – “Siqiliyyah gannat al-‘ard La Sicilia è il giardino paradiso in terra”, progetto“INCULTUM Visiting the margins” finanziato con fondi Horizon 2020 – che punta alla valorizzazione del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, di tradizione islamica nel Trapanese.

Un itinerario che condurrà a zone del parco archeologico che non fanno parte dell’abituale percorso di visita – interviene il direttore di Segesta, Luigi Biondo -, per scoprire preesistenze arabe affiorate nel corso di scavi del passato, ma mai adeguatamente valorizzate. Oggi un efficace intervento di ripulitura le ha riportate alla luce, permettendoci di leggere in maniera più approfondita le stratificazioni storiche e architettoniche, dell’insediamento antico”. Tutto il progetto potrà contare su basi solide: prima la formazione di operatori didattici e guide turistiche che possano proporre l’itinerario; poi seminari di approfondimento per studiosi, insegnanti o appassionati, sul periodo della dominazione araba in Sicilia e sulle sue connessioni con il mondo antico.

“Segesta è una fonte inesauribile di meraviglia per il turista– spiega il direttore di CoopCulture, Letizia Casuccio -, ma il nostro compito è anche quello di riconsegnarla alla sua comunità, ai suoi giovani, ai cittadini. Per far sì che sia lo stesso territorio ad abbracciarla e farla sua. Vorremmo che ogni abitante della zona visitasse più e più volte Segesta, scoprendola diversa ogni volta”.  Fra aprile e maggio il nuovo itinerario arriverà nelle scuole: saranno i ragazzi a raccontare questi nuovi percorsi e a promuoverli sui social. Il debutto di queste guide “atipiche” sarà nelle Giornate europee dell’archeologia (16/17/18 giugno) quando condurranno, con il supporto di archeologi e studiosi di cultura islamica, visite gratuite alla moschea e alla chiesa di San Leone nel parco di Segesta.

Tre giornate di studio – 22 aprile, 6 maggio e 17 giugno – e uno spettacolo finale

Del tutto gratuiti e aperti al pubblico, i seminari grazie a studiosi, specialisti e docenti di atenei italiani, spingeranno a riflettere sull’universo complesso della cultura islamica dal punto di vista storico, archeologico, culturale, religioso e letterario, a partire dai luoghi di culto, gli ordinamenti giuridici, la geopolitica e il pluralismo culturale e politico.

Tre gli appuntamenti, nella sala didattica: il 22 aprile, dalle 9,30 si parlerà di letteratura, paesaggio, religione con due docenti dell’Università di Palermo: Gianluca Saitta (“Le rappresentazioni del paesaggio e della natura nella poesia araba di Sicilia”) e Marco Di Donato (“Islam religione dell’occidente: teologia e violenza, sacro e profano”). La seconda giornata di studio – 6 maggio – affronterà il tema delle modalità espressive e dell’uso della voce tra preghiere islamiche e rituali cristiani d’Oriente, con altri due docenti dell’Università di Palermo, Maria Rizzuto (“Suono, parola e pratiche rituali nell’Islam”) e Girolamo Garofalo (“Voce, spazio e movimento tra Islam e Cristianesimi d’Oriente”). Dalle 15 alle 17, in collaborazione con l’Officina di Studi medievali, laboratorio di scrittura araba tenuto da Yousra Haddaoui, cultrice di Lingua e letteratura araba, docente dell’Institut Bourguiba des Langues vivantes a Tunisi. Archeologie e Corano saranno i protagonistidel terzo ed ultimo incontro, il 17 giugno, con Patrizia Spallino (“Il Corano e gli Arkan al-Islam. Testo sacro e precetti”) e Alessandra Molinari (Roma Tor Vergata) su “Musulmani e cristiani a Segesta in età normanno-sveva: monumenti, necropoli e cultura materiale”. Si chiude alle 17 con “Siqiliya – danza e poesia dalla Sicilia araba”, spettacolo dell’associazione Hathor, regia e coreografia di Helena Russo sempre in collaborazione con l’Officina di studi medievali; un viaggio nella Sicilia e nel Mediterraneo arabo-medievale, attraverso gli occhi e le parole dei viaggiatori dell’epoca. Danzano Helena Russo, Concetta Giliberto, Giovanna Mineo, Monica Planas Larrosa, Marianna Battaglia, Maria Tuttoilmondo; Vito Amato al tamburo a cornice.

PROGRAMMA

22 aprile | ore 9.30

Gianluca Saitta | Le rappresentazioni del paesaggio e della natura nella poesia araba di Sicilia”) 

Marco Di Donato | Islam religione dell’occidente: teologia e violenza, sacro e profano

6 maggio | ore 9.30

Maria Rizzuto | Suono, parola e pratiche rituali nell’Islam

Girolamo Garofalo | Voce, spazio e movimento tra Islam e Cristianesimi d’Oriente

Ore 15/17 Laboratorio di scrittura araba Yousra Haddaoui (Officina di Studi Medievali)

17 giugno | ore 9.30

Patrizia Spallino |“Il Corano e gli Arkan al-Islam. Testo sacro e precetti”

Alessandra Molinari | Musulmani e cristiani a Segesta in età normanno-sveva: monumenti, necropoli e cultura materiale

Ore 17 Spettacolo associazione Hathor


Pubblicato

in

,

da