ROMA – La giornata di ieri (24 maggio) è la perfetta metafora dello scollamento tra la surreale discussione sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e l’informativa del ministro Musumeci sulla recente alluvione. Un brusco ritorno alla realtà: da una parte il sogno faraonico del Ponte sullo Stretto che torna, sempre con lo stesso progetto e sempre più obsoleto, e poi drammaticamente il paese reale, l’Italia del 2023, l’Italia assediata dal fango, dalle alluvioni, dal dissesto idrogeologico. Uno scollamento gigantesco tra il mondo reale e la fantasia. Una politica incapace di mettere in campo i provvedimenti utili al paese come la legge sul consumo di suolo e quella sul clima che dovrebbero essere all’ordine del giorno. La differenza tra il mondo reale e la fantasia.
Lo ha affermato in Aula il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato.
Fino ad oggi per questo sogno abbiamo speso un miliardo di euro senza nemmeno una pietra posata, ha proseguito De Cristofaro. Uno spreco molto serio e un’operazione rischiosa che ci espone a possibili penali. Il Ponte è una vecchia ricetta sbagliata, un progetto mangia soldi. Oggi la destra ci vende il Ponte come possibile volano di sviluppo del mezzogiorno. Ma la questione meridionale non può essere affrontata a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina. La cosa comica è che lo stesso governo che vuole questa opera faraonica, che immagina uno sviluppo del Sud a partire dalla realizzazione di questa infrastruttura propone l’autonomia differenziata, la secessione delle regioni più ricche d’Italia a danno del Mezzogiorno. Una cosa al Sud e una al Nord, dove il Nord vince sempre. Una secessione che accentuerà i già drammatici divari Nord-Sud. Uno scambio inaccettabile che i cittadini del mezzogiorno rigetteranno con forza. Esiste un paese reale e i sogni, noi stiamo con il paese reale, ha concluso De Cristofaro.
Lo rende noto l’ufficio stampa gruppo Misto – Alleanza Verdi e Sinistra del Senato.