TRAPANI – Ancora una volta follia e violenza nel carcere di Trapani per la protesta di un gruppo di detenuti, prevalentemente catanesi, e torna a protestare con veemenza il personale della Polizia Penitenziaria, per una situazione penitenziaria esplosiva, nota ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria nazionale e regionale ma rispetto alla quale nessun provvedimento era stato assunto. Ricostruisce l’accaduto Eugenio D’Aguanno, delegato regionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Ieri sera (12 ottobre) verso le 21 si è vissuta una situazione di estrema tensione e pericolo, fronteggiata al meglio dalla grande professionalità del poco personale di Polizia che era in servizio. Un gruppo di detenuti della Sezione Tirreno (quella in cui sono ristretti coloro che durante la detenzione si rendono responsabili di atti violenti, rivolte, aggressioni e contrari all’ordine ed alla sicurezza) hanno sfondato tutte le celle e sono usciti nel corridoio del Reparto. I detenuti, poco meno di venti e prevalentemente catanesi, pretendevano di uscire dalle celle per girare liberamente e, all’ovvio e comprensibile divieto da parte del personale di Polizia, hanno dato vita a questa folle, pericolosa e violenta protesta. Sul posto sono accorsi anche direttore, comandante e vice”. Per il SAPPE, si tratta di “eventi già ampiamente preannunciati dal SAPPE a testimoniare la tensione che da mesi si vive nelle carceri: chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del PRAP e una visita ispettiva da parte dell’ASL per valutarne l’idoneità sotto il profilo dell’igiene e della sicurezza dei luoghi di lavoro”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che esprime solidarietà e vicinanza ai poliziotti di Trapani, quel che serve sono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti, regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”. “Esprimiamo”, prosegue, “la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi della Casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani: ma questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”. Per questo, il leader del SAPPE “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno”.