Sogni e speranze: leitmotiv dell’incontro dell’On Pietro Bartolo con gli alunni dell’I.C. “Lombardo Radice- Pappalardo”

CASTELVETRANO – Continua il percorso di cittadinanza attiva e consapevole all’I.C. “Lombardo Radice-Pappalardo” con l’incontro dal titolo “Verso una cittadinanza globale- Riflessioni su nuove generazioni, migrazioni, accoglienza e inclusione” che si è tenuto presso il Teatro Selinus di Castelvetrano sabato 16 marzo 2024 alle ore 10:00, con il patrocinio del Comune di Castelvetrano e che ha affrontato il tema dell’emigrazione, piaga che colpisce quotidianamente le coste del Mediterraneo con numerosi sbarchi. La manifestazione è stata incentrata, dopo i saluti istituzionali della Dirigente Scolastica Maria Rosa Barone e del Sindaco dott. Enzo Alfano, sul contributo degli alunni di tutte le sezioni delle classi terze della Scuola Secondaria di I grado e dell’Ensemble “Vito Pappalardo” formato da un piccolo gruppo di alunni frequentanti i percorsi ad indirizzo musicale della scuola. Ma il vero protagonista è stato l’ospite, l’europarlamentare Pietro Bartolo che ha raccontato, commosso, la sua esperienza di medico e di cittadino di Lampedusa, e ha sottolineato come il “fenomeno migranti” prima di essere affrontato a livello “europeo”, è “personale”, infatti queste persone non sono numeri e affrontano i cosiddetti “viaggi della speranza” per sfuggire a guerre, fame, soprusi, vessazioni, malattie, consapevoli di quello che dovranno affrontare, ma animati dal mito dell’Europa, per loro certezza di un futuro migliore. Ha definito Lampedusa come un salvagente nella rotta migratoria a cui queste persone si aggrappano per salvarsi, e dove l’accoglienza è stata da sempre praticata in favore di tutti i popoli anche antichi che si sono avvicendati e dove, non caso, si trova il monumento “La porta dell’Europa”. Ha sottolineato il cambiamento delle modalità di arrivo sulle coste del Mediterraneo: prima c’erano i grandi barconi che trasportavano migliaia di persone, adesso con i gommoni o le imbarcazioni di fortuna, arrivano in numero ridotto ma più frequente, e maggiormente in grado di sfuggire ai controlli alla partenza dalle coste africane. Prima c’erano gli scafisti, adesso gli stessi migranti guidano le imbarcazioni e vengono denunciati all’arrivo sulle coste europee.
In alcuni momenti la platea attonita ed attenta ha visto, tra le immagini commentate dall’on. Bartolo, le numerose file dei sacchi contenenti i corpi ormai esanimi dei migranti, ha visto le ferite e gli effetti delle torture sui loro corpi, ha potuto scorgere nei loro occhi lo sgomento dell’orrore che avevano vissuto e al tempo stesso la felicità di essere riusciti ad arrivare vivi. Un racconto tra tutti, quello relativo alla necessità di fare le “ispezioni cadaveriche”, sottolineando che lui, un ginecologo, aveva studiato per la vita e non per la morte, ma ha dovuto imparare sul campo, per quelle pratiche che sono importanti, anche per un eventuale riconoscimento della salma da parte dei parenti rimasti in patria o arrivati con altri barconi: “Speravo che almeno nel primo sacco non ci fosse un bambino. Invece era proprio un bambino. Un bambino piccolo avrà avuto tre anni, aveva un pantaloncino rosso e una maglietta bianca. Era bello… Me lo sono portato all’orecchio per sentire il battito cardiaco, l’ho guardato intensamente negli occhi” per cercare un segno di vita. “Ma era morto. E così tutti gli altri”. “…ma non sono mancati i momenti di sconforto e le tentazioni di lasciare tutto. L’eurodeputato aggiunge: “mi sono messo a scrivere libri, mi sono messo ad andare nelle scuole e in giro per l’Italia” per raccontare quanto stava accadendo. Fino alla scelta attuale: “entrare in politica, perché credo che alla fine chi deve dare risposte è la politica. Sono venuto nel cuore dell’Europa, per cercare delle soluzioni”. Lui stesso quando faceva il pescatore è stato un naufrago, anche se solo per poche ore, e ha provato sulla propria pelle cosa significa essere inghiottito dalle onde del mare; la forza per andare avanti l’ha trovata in quelle storie che hanno avuto un lieto fine, grazie alle persone che ha salvato, anche quando non vi erano più speranze di riportarle in vita e che ora tornano a Lampedusa per ringraziarlo. Infine ha sottolineato l’importanza di celebrare il 3 ottobre, data che dal 2016 è diventato la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in virtù della legge 45/2016, istituita per ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.
Questo incontro, che sicuramente si fisserà nella memoria di tutti i presenti, è stata un’occasione per riflettere sui fenomeni dell’emigrazione e dell’immigrazione, per capire dove sta la verità, per comprendere quale sia il contributo della politica, della gente comune ed anche dei giovani, perché è importante conoscere le esperienze di vita altrui, per poter valutare le proprie, perché seppure appartenenti ad altre culture ed a altre famiglie, l’umanità tutta non può girarsi dall’altra parte e far finta di non vedere quel che accade a queste persone, fratelli e sorelle. Non a caso questo incontro è stato promosso dalla scuola, perché nella sua mission la valorizzazione della diversità, intesa come ricchezza, è un valore inestimabile.
L’incontro si è concluso con l’esecuzione del brano “What a Wonderful World” inno alla speranza ed alla volontà di credere in un mondo migliore, come hanno sottolineato la Dirigente ed il Sindaco in conclusione, ovvero il mondo migliore in cui i nostri studenti hanno la fortuna di vivere ed il mondo migliore che si augura possano trovare queste persone che affrontano giornalmente il mare e le difficoltà quotidiane di trovarsi in una terra straniera.


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