ACI CASTELLO – Lo Scompenso Cardiaco rappresenta una patologia estremamente rilevante. In Italia a soffrirne sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età (dopo i 65 anni può arrivare al 10% circa). Coinvolge vari apparati, tanto che oltre il 90% dei pazienti è affetto da altre comorbidità, che possono essere respiratorie, diabetiche, nefrologiche, neurologiche: il 30% dei pazienti con scompenso, ad esempio, ha anche la BPCO. È pertanto opportuno che questo paziente venga gestito con un approccio multidisciplinare.
I nuovi trattamenti farmacologici già da qualche anno hanno permesso un notevole miglioramento nella qualità di vita del paziente con scompenso cardiaco, costringendolo però a una politerapia a cui non sempre riesce a essere aderente. In supporto intervengono le nuove tecnologie, che possono aiutare a prevedere e quindi a evitare i picchi a cui va incontro il paziente con scompenso cardiaco riducendo la propria sopravvivenza. Un progresso significativo che si aggiunge alle terapie farmacologiche da poco disponibili e che permette di guardare con ottimismo al futuro della cardiologia. Questo è uno degli spunti emerso ad Aci Castello (Catania) nella presentazione della “Sicilian Cardiovascular Academy” di ieri (10 maggio) con conclusioni oggi.