Attenti…alla Fiera del Bestiame!

di Antonino Bencivinni. La Fiera del Bestiame della Valle del Belice si tiene a Partanna, nello spazio a lei dedicato in contrada San Martino, ogni seconda domenica di mese da più di vent’anni. Un appuntamento da non perdere per tutti coloro che intendono acquistare animali e prodotti tipici dell’artigianato locale. La Fiera è anche un ritrovo per le famiglie che hanno la possibilità di mostrare ai bimbi tanti animali appartenenti a specie diverse. I suoi numerosi abituali frequentatori provengono da molti paesi di almeno tre province (Trapani, Agrigento e Palermo). La manifestazione, per la sua importanza, durata e continuità non passa inosservata e costituisce un fiore all’occhiello per la cittadina belicina. Picconarla o peggio ancora bloccarla non dovrebbe essere consentito. Ha suscitato pertanto vibrate proteste arrivate con forza anche in consiglio comunale, la chiusura della Fiera avvenuta il 14 aprile scorso, “inaspettata” dai visitatori e soprattutto dagli espositori che affrontano spese e sacrifici non indifferenti per partecipare, tanto che in quell’occasione “si sono allocati – come ha ribadito nella seduta del consiglio comunale del 24 aprile, Massimo Cangemi, capogruppo dell’opposizione consiliare – in perimetri non attinenti al regolamento della Fiera (e sono stati per questo multati) creando – ha continuato Cangemi – problemi di viabilità e di ordine pubblico”.
La ragione “formale” per cui i cancelli della Fiera non sono stati aperti è stata la non disponibilità di vigili urbani (peraltro preannunciata). Il sindaco Francesco Li Vigni, rispondendo al consigliere Cangemi nella seduta del 24 aprile, ha ribadito che i vigili, che non ricevono compensi per lavoro straordinario dal 2021, “hanno tutte le ragioni di questo mondo” ed ha spiegato che si è prodigato, senza riuscirci, per la costituzione del fondo collettivo per il finanziamento del lavoro straordinario. Dell’importanza per il territorio della Fiera ho già parlato. Al di là, quindi, delle ragioni contingenti, legittime o non legittime, della sua chiusura di giorno 14 aprile, non si deve stare qui a parlare di quelle, ma solo della gravità della sua chiusura, peraltro, senza adeguata comunicazione considerando l’enorme disagio registratosi. In tanti siamo stati in attesa su cosa sarebbe successo all’appuntamento del mese successivo, quello del 12 maggio. Diciamo che in quell’occasione i battenti dei cancelli della fiera sono stati aperti e diciamo che si è svolta come prima. Il problema comunque è il seguente: come si fa se c’è ancora abbastanza fuoco sotto la cenere? Non è compito di Kleos risolvere il problema appena prospettato, ma è compito di un giornale come Kleos che ha a cuore lo sviluppo di Partanna quello di ribadire che nessuno ha il diritto di distruggere in un sol colpo quello che altri amministratori hanno costruito nei più dei vent’anni trascorsi: una fiera funzionante per il bene di tutto il territorio che tanti paesi invidiano a Partanna, ma la cui importanza sembra essere stata sottovalutata, e che ha subito il 14 aprile un calo di immagine non indifferente e un calo operativo se la cosa dovesse in futuro ripetersi. “E’ stato un fatto grave che la fiera non si sia tenuta e che i cancelli non siano stati aperti”, ha ribadito peraltro con forza lo stesso capogruppo consiliare dell’opposizione, Massimo Cangemi, nella seduta consiliare del 24 aprile.


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