PALERMO – È allarme criminalità nel carcere dell’Ucciardone, a Palermo dopo gli ultimi rinvenimenti di telefoni cellulari di ultima generazione. E torna dirompente l’allarme lanciato da mesi dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sull’uso, da parte della criminalità, degli espedienti usati per fare pervenire nelle strutture detentive della Regione e della Nazione telefonini e droga, tra i quali vi è anche il ricorso ai droni. La denuncia è di Calogero Navarra, segretario per la Sicilia del SAPPE, che dà notizia di quanto avvenuto nelle ultime ore: “E’ stato rinvenuto, nell’intercinta della Casa di reclusione dell’Ucciardone, a Palermo, un involucro con quattordici smartphone, completi di cavetti di ricarica, provenienti da lanci da strade attigue al carcere. Una vera e propria piaga, questa dei lanci, che denunciamo non da settimane o mesi ma da anni!”. Il sindacalista evidenzia come anche questi ultimi eventi “confermano tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffici illeciti, fenomeno favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Segnalo che in diverse carceri della Nazione è stata accertato l’uso illecito di droni per introdurre nelle carceri telefonini, droga e persino armi. Il compiacimento del SAPPE va al personale del Reparto di Polizia Penitenziaria dell’Ucciardone di Palermo”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ricorda che introdurre o possedere illegalmente un telefono cellulare in carcere costituisce reato, punito da 1 a 4 anni di reclusione. “L’introduzione del reato nel nostro Codice penale, purtroppo, non ha sortito gli effetti sperati; l’unico deterrente possibile rimane la schermatura degli istituti per rendere inutilizzabili i telefoni. La situazione è ormai fuori controllo. È necessario un intervento urgente per dotare le carceri di sistemi di schermatura efficienti e per contrastare efficacemente l’introduzione di telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari”. E si appella al DAP: “domandiamo ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria a che punto è giunto il progetto di schermatura degli istituti, proprio per neutralizzare l’utilizzo dei telefoni cellulari e scoraggiarne l’introduzione, garantendo così quella prevenzione che, in casi di questo tipo, può risultare più efficace della repressione”. Il leader nazionale del SAPPE conclude auspicando che “l’Amministrazione Penitenziaria potenzi i momenti di formazione ed aggiornamento professionale della Polizia Penitenziaria e che anche il Reparto dell’Ucciardone a Palermo possa disporre di un numero sufficiente di poliziotti, adeguatamente preparati, formati e specializzati ed esperti anche nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che repressiva”.
E’ allarme criminalità all’Ucciardone di Palermo. La polizia penitenziaria sequestra 14 cellulari
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