CASTELVETRANO – La circostanza che Sergio Mattarella abbia risposto all’appello del Comitato civico Orgoglio castelvetranese a favore dell’Ospedale di Castelvetrano, lo incoraggia a proseguire nell’iniziativa e verrà predisposto un dossier tecnico sull’ospedale di Castelvetrano che farà emergere, afferma il Comitato in una nota, “le contraddizioni, le irragionevolezze e le illegalità di un nuovo piano di riordino territoriale della sanità siciliana e che verrà inviato alle più alte cariche dello Stato.
Appare, infatti, illogico e irrazionale promuovere a DEA di 1 livello l’Abele Aiello di Mazara del Vallo in spregio alle norme del Decreto legge Balduzzi n. 158 del 13 settembre 2012, ad appena 20 km da altro DEA di 1 livello di Marsala il quale, a sua volta, si trova a 20 km dal San Giuliano di Trapani e declassare, dismettere e trasferire la realtà sanitaria del nostro ospedale costato oltre 75 miliardi delle vecchie lire, costruito al centro della Valle del Belice e a servizio di oltre 100.000 utenti belicini che vivono in un territorio a rischio sismico di II grado.
Intendiamo difendere il nostro ospedale attraverso una raccolta firme a tutela della nostra struttura ospedaliera che serva quale petizione per richiedere all’ASP a modificare l’intestazione da “Vittorio Emanuele II” a ospedale della “VALLE del BELICE”, petizione che è attiva dal 21 giugno scorso e continuerà a intensificarsi in questi giorni.
Nel nuovo piano di riordino della rete sanitaria territoriale, l’ospedale di base di Castelvetrano viene quasi del tutto annientato, smembrato, svuotato, declassato e trasferito nei reparti più importanti a beneficio di altra struttura appena restaurata e nell’intenzione di promuoverla DEA di primo livello, mediante la distruzione dell’altro presidio ospedaliero.
Nell’intera provincia di Trapani, il piano di riordino territoriale di Razza penalizza solo l’ospedale di Castelvetrano, unico presidio ospedaliero a cui toglie posti letto mentre a Trapani, Marsala, Mazara, Salemi e Alcamo vengono aumentati i posti letto.
Viene, altresì, eliminata la Terapia Intensiva (Rianimazione) irrinunciabile presidio per un adeguato trattamento dei pazienti in condizioni maggiori di criticità, a ulteriore danno dei circa 100.000 cittadini belicini e trasferita la dialisi e l’anatomia patologica e molte strutture complesse attualmente presenti a Castelvetrano, verranno declassate a reparti semplici, come l’Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, Neurologia, Oculistica, Geriatria, Reumatologia e Chirurgia che passerà a Unità Operativa semplice dipartimentale.
Un intero vasto territorio mortificato dal nuovo piano di riordino Razza che non tiene conto che da Trapani, Marsala e Mazara del Vallo (tutti DEA di primo livello dislocati in un fazzoletto di terra provinciale), nella restante provincia si realizza territorialmente il deserto sanitario (con lo svuotamento dell’ospedale della Valle del Belice, proseguendo con Salemi che è accorpato a Trapani e maltrattato Alcamo), sino a Partinico (anch’esso ospedale di base) in provincia di Palermo e quindi oltre.
Un amplissimo e gravissimo vuoto territoriale nel piano di riordino sanitario Razza.
Concentrare quindi in un’unica zona costiera della provincia tre DEA di primo livello e trasformare la realtà sanitaria declassando e svuotando dei reparti più significativi l’entroterra e lasciare le popolazioni della Valle del Belice senza un adeguato presidio ospedaliero in caso di evento sismico, appare una scelta scellerata e certamente dettata non da esigenze tecniche sanitarie di riordino territoriale, ma da necessità politiche per favorire un certo territorio delimitato a discapito di uno più vasto, geograficamente meglio localizzato e già funzionante, mediante il metodo dello svuotamento e distruzione di una realtà ospedaliera costata svariati milioni di euro e il cui trasferimento di reparti costerà altri danari del contribuente.
L’intera popolazione belicina, anche attraverso l’intervento dei sindaci del Belice, è mobilitata e resisterà ad oltranza in difesa del proprio presidio ospedaliero, pretendendo che non venga mortificato il diritto costituzionale alla salute dei cittadini e che venga rimodulato un piano sanitario scellerato che attenta alla salute pubblica, privando un così ampio e problematico territorio geografico e sismico dell’adeguata assistenza ospedaliera, anzi che migliorarne l’offerta sanitaria.
Il Belice non ci sta!”.