ERICE – FAVIGNANA – Il quartiere spagnolo di Erice ospiterà la mostra fotografica “Pescatori Marettimari – Marettimo’s Fishermen” grazie alla collaborazione dell’Associazione “Arkè-Arte, Archeologia e Cultura del Mediterraneo” che gestisce la mostra di arti e mestieri di una volta nei locali messi a disposizione dal Comune di Erice.
La mostra che già è stata esposta a Trapani, nei locali della Provincia in via Garibaldi lo scorso mese di novembre, e che si avvale del patrocinio del Comune di Favignana – Isole Egadi e dell’Area Marina Protetta, resterà esposta a Erice tutti i giorni dalle 10,00 alle 18,00 fino al 6 gennaio.
Nelle antiche sale del quartiere spagnolo sarà possibile osservare oggetti e strumenti della fine dell’800 tra cui un carretto siciliano, aratri, strumenti per la vendemmia, per la pastorizia e la ricostruzione di un laboratorio di mastro d’ascia e una tipica imbarcazione da pesca della tradizione siciliana chiamata “lancetta”: il tutto arricchito da pannelli didattici e materiale grafico quali video e foto.
Dal 15 dicembre al 6 gennaio le sale del quartiere spagnolo ospiteranno anche la mostra fotografica che racconta la storia dell’isoletta che da Erice si vede in fondo all’orizzonte e che fu appellata da greci e romani “Isola Sacra”.
Il percorso della mostra “Pescatori Marettimari – Marettimo’s Fischermen” – curata dall’Associazione CSRT “Marettimo” che cura anche il piccolo Museo del Mare e delle Attività e Tradizioni Marinare – conduce il visitatore a seguire, attraverso la visione di quei volti scavati dal sole e dalla salsedine, al racconto di quanti in quest’isola praticarono l’arte del pescare e di quanti “solcarono” i mari per praticare questa antica maestria di naviganti, pescatori e salatori di pesce (emigrarono nel Nord Africa in Portogallo, California, Alaska).
Da Monte Erice Samuel Butler, lo scrittore inglese che visitò la provincia di Trapani alla fine dell’Ottocento, ritenne che quell’isola ultima dell’arcipelago delle Egadi, così alta e rocciosa sul mare, non poteva che essere l’Itaca di Ulisse, secondo la sua affascinante teoria che l’Odissea era stata scritta da una donna trapanese.
E sono proprio le prime foto fatte da Samuel Butler ai pescatori di Marettimo che aprono la mostra: pescatori che l’eccentrico inglese immortalò nel lontano agosto del 1894. Le foto sono state recuperate ed esposte grazie alla ricerca del professor Renato Lo Schiavo e del fotografo Michele Fundarò e alla collaborazione del St John’s College Cambridge University.
Contestualmente alla mostra domenica 15 dicembre alle 17, sarà presentato il romanzo di Girolama Sansone “Sotto il cielo stellato” pubblicato dalla casa editrice Marcianum Press.
Il romanzo ispirato alle vicende, realmente accadute, di una importante famiglia di pescatori trapanesi che abitava nel mulino di via Torre di Ligny all’inizio del secolo scorso, è ricco di episodi strettamente correlati alla marineria trapanese, trasversali ai principali eventi storici del XX secolo.
La storia narrata dall’autrice, ambientata fra Trapani, Marettimo e l’Isola d’Elba, è quella di una Sicilia che, pur mantenendo intatte le credenze e le tradizioni popolari, cambia nel corso dei decenni emancipandosi, ed è anche la storia di tutti gli uomini che ogni giorno devono fare i conti con i loro sentimenti, con le proprie emozioni e con tutti gli imprevisti che riserva la vita.
L’autrice ritorna a parlare del territorio trapanese dopo aver pubblicato nel 2005 il saggio “I viaggi di Ulisse e le isole Egadi” dove sostiene con passione la teoria sull’origine trapanese dell’Odissea mettendo in risalto il ruolo delle Egadi all’interno della teoria butleriana