A Partanna primo housewarming party e prima casa privata ad impatto zero e ad energia autonoma

PARTANNA – Ieri, 15 luglio, segna a Partanna il primo housewarming party e l’inaugurazione della prima casa privata locale ad impatto zero e ad energia autonoma al 100%: l’impianto fotovoltaico alimenta perfino l’automobile, che è anch’essa elettrica.  La casa è quella dei coniugi Maria Gioia (di origini partannesi) e Mario Paladino che con alcuni amici e parenti hanno voluto ringraziare le maestranze che hanno partecipato alla realizzazione della loro casa. L’edificio progettato dall’ing. Pietro Viviano è stato costruito dalla Pro.medil di Giorgio Di Stefano con maestranze locali, mentre la ditta Benenati ha provveduto alle forniture edili. Maria Gioia e Mario Paladino, dopo una carriera professionale svolta interamente a Palermo, hanno scelto di vivere a Partanna, luogo di origine del padre della dr.ssa Gioia. Abbiamo rivolto loro alcune domande.

Perché questo tipo di casa?
Sognavamo un qualcosa che riflettesse i nostri gusti e la nostra storia personale e da questa premessa sono scaturite scelte per noi significative: fondamenta areate della casa, infissi in legno, terrazzo che permettesse di godere di fantastici tramonti, scelta green friendly per la climatizzazione a partire da un’attenzione maniacale per la coibentazione eseguita in lana di vetro ad alto spessore, isolando anche un piano della casa da un altro, affidando tutto all’autoproduzione di energia pulita. I nostri mobili, alcuni pezzi di famiglia, i ricordi dei nostri viaggi hanno fatto il resto.

Da cosa nasce la vostra decisione di venire ad abitare a Partanna?
Dall’esigenza di avere una qualità della vita più semplice e più genuina. La città di Partanna offre un territorio ancora intatto, ricco di bellezze naturalistiche e storico-archeologiche che è impossibile non apprezzare. Alcuni affermano che è un paese svuotato; sì, i giovani vanno via, come in tutto il sud italiano, ma esiste una realtà agricola ed imprenditoriale che ne fa, secondo noi, una realtà con chiaroscuri produttivi e civicamente viva con un futuro che potrebbe diventare anche roseo, date le potenzialità del territorio.
Chi sono Maria e Mario?
Due persone con una forte sicilianità che si incontrano e si sposano circa 30 anni fa.
Maria: formazione classica, sono stata per circa 30anni medico ospedaliero presso il “Cervello” di Palermo, patologa clinica, dove dirigevo il settore dell’ematologia diagnostica del laboratorio centrale, una realtà stimolante e dinamica che mi ha portata a vivere anche un’esperienza di tutor aziendale con diverse realtà universitarie italiane. La possibilità di contribuire alla formazione dei giovani che si approcciano a questo lavoro/passione,”contagiandoli” con l’amore per la diagnostica; seguirli nella stesura delle tesi, nella discussione delle stesse in sede di esami di laurea, è stata l’esperienza umana che più di tutte mi ha arricchita sul piano personale. Sono nati rapporti di amicizia che perdurano anche a dispetto delle lontananze geografiche … i rapporti con i pazienti, gli inevitabili coinvolgimenti emotivi, così come avviene per tutti quelli che operano in un ambiente in cui il dolore è di casa. L’impegno nelle società scientifiche, conclusosi con il coordinamento nazionale di un trial clinico sulle piastrine, pubblicato negli U.S.A. nel 2020, l’impegno civile culminato nel 2000 con missione all’ONU in rappresentanza della città di Palermo per i diritti delle donne, in cui mi sono occupata di medicina di genere. Tanto impegno profuso, tanto tempo sottratto agli affetti familiari per pubblicare, per relazionare nei congressi di categoria, ecco, non avrei potuto realizzare tutto questo se non avessi avuto familiari comprensivi che non facevano pesare le mie assenze…Lo rifarei? Sì, ma con un minore dispendio di tempo e forse anche di energie. Quando la decisione di trasferirci a Partanna era stata presa, ho chiesto il comando all’Ospedale di Mazara, dove ho chiuso la mia carriera ospedaliera.
Mario: Provengo da un piccolo paesino di montagna a circa 50 chilometri dal capoluogo siciliano: “Ficuzza”. All’età di circa dieci anni mi trasferisco con la mia famiglia nel capoluogo e qui mi laureo in scienze agrarie; sin da ragazzo ho avuto una spiccata attenzione ecologista per l’ambiente, infatti grazie al lavoro presso la Regione siciliana, ho avuto la possibilità di occuparmi di impatto ambientale, energetico, sviluppo sostenibile, con tutte le difficoltà e le soddisfazioni annesse e connesse
Conosco il paese di Partanna grazie alla presenza di alcuni parenti di mia moglie ed al mio lavoro; infatti, incaricato dal mio datore di lavoro, mi sono recato spesso nelle campagne che circondano il territorio di Partanna, Santa Ninfa, Castelvetrano, Menfi, perché autorizzavo impianti di produzione di energia (campi fotovoltaici).
Sempre delegato dalla Regione siciliana, sono andato anche all’estero per partecipare ad alcuni arbitrati internazionali che a vario titolo coinvolgevano la Regione per autorizzazioni energetiche, rilasciate in illo tempore ad alcune società internazionali che si occupavano di energia. Nel 2015, quasi per caso e continuando a lavorare nel capoluogo, facendo i pendolari ogni giorno, mi trasferisco qui a Partanna con mia moglie e mia figlia, la quale mentre frequentava un college del nord Italia, decide di ritornare e completare gli studi liceali in Sicilia e qui a Partanna. Lei consegue la maturità e noi ci accorgiamo e cominciamo ad apprezzare la qualità della vita del luogo e, non per ultimo, i Partannesi e la loro accoglienza ed il loro senso di ospitalità … nella mia mente compare l’idea di vivere a Partanna e pian piano convinco mia moglie, molto impegnata nella sua attività di medico ed anche restia a trasferirci qui, facendo leva, confesso, sul fatto che, comunque, le sue origini erano qua.
Ancora non capisco le vere ragioni che mi hanno portato qui, luogo ricco di storia e di natura, ma qui conosco persone fantastiche con cui presto nasce un vero e sincero rapporto di amicizia. Penso che la vita di un uomo debba dividersi in fasi distinte: momenti in cui con il tuo lavoro cerchi di realizzare per le comunità qualcosa di utile, momenti in cui, raggiunta un’età matura, lasciando il lavoro, devi occuparti di coltivare i rapporti umani che ti arricchiscono la mente, ma soprattutto lo spirito.
Qui a Partanna, frequentando i partannesi, io trovo/provo quell’arricchimento dello spirito necessario per una sana e consapevole vecchiaia.


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