Capita talvolta di attraversare la via Normanni o di soffermarsi ad osservare le pendici occidentali del vecchio centro di Partanna. Ed un senso di sconforto ti attanaglia il cuore. La strada di periferia in questione non sai se paragonarla ad una “trazzera” di borbonica memoria o a un percorso per motocross. E non tanto per le erbacce che la fanno da padrone (fenomeno comune a tutte le strade della “città”, aggravato qui dall’incuria cronica), quanto per il senso di desolazione e di abbandono che vi aleggia a causa del dissesto del fondo stradale, dei muri pericolanti di case abbandonate, dei fanali di illuminazione rotti o divelti, dei cumuli di calcinacci o di rifiuti che qua e là infiocchettano gli spazi liberi, dei flutti d’acqua perennemente sgorganti dalla rete idrica. Unico tocco di grazia, un bel pergolato che, attraversando da parte a parte la strada verso la metà del percorso, fa da arco di trionfo con un festone verde che in autunno offre alla vista i suoi grappoli biondi. A ben vedere, anche le pendici offrono uno spunto agreste col manto verde che le ricopre. Ma lo spettacolo sa di orrida confusione: gli scavi disarmonici e i cumuli di massi sconnessi fanno da contraltare ad un’accozzaglia di specie arboree selvagge buona soltanto a mimetizzare una diffusa “discarica” di rifiuti indifferenziati. E soprattutto a rendere intransitabile una storica strada pedonale, conosciuta meglio come discesa “di li balati” per gli elementi di cui è composto il lastricato, che prima del terremoto metteva in comunicazione il centro urbano con la stazione ferroviaria. Ora, signor Sindaco: se qualche briciola di quei miliardi del “recovery fund” dovesse arrivare anche a Partanna, non sarebbe il caso di provvedere a “bonificare” la periferia e le pendici in questione? Con una fava si potrebbero prendere più piccioni. La sistemazione della via Normanni consentirebbe di avere una strada di accesso più comoda alla parte orientale della città e restituirebbe la doverosa dignità alle famiglie che vi abitano. L’urbanizzazione delle pendici potrebbe offrire alla comunità un parco attrezzabile e rendere fruibile una strada pedonale di collegamento fra il vecchio e il nuovo centro.
A QUANDO LA CURA DELLE PERIFERIE E DELLE PENDICI?
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