SELINUNTE – Giovedì 1 agosto, a partire dalle ore 9:30, si rinnova per il quinto anno la raccolta del grano coltivato all’interno del Parco archeologico di Selinunte con il quale saranno prodotti pasta, cous cous e altri prodotti cerealicoli con il logo del Parco e del Consorzio “Gian Pietro Ballatore”, l’organismo che fa capo all’assessorato regionale all’Agricoltura. Quest’ultimo ha lavorato alla semina e alla raccolta dei cerali e dei legumi (lenticchie e ceci) in 10 dei 270 ettari del parco archeologico, puntando in particolare sui grani antichi con le varietà Perciasacchi, Bidì, Tumminia e Hammurabi. Al “rito” della trebbiatura, che sarà illustrato con una prolusione tematica dall’etnoantropologo Antonino Frenda, potranno assistere i visitatori del Parco, partecipando così a un evento unico che si ricollega alla storia della città di Selinunte caratterizzata da un contesto sociale in cui furono i rappresentanti della aristocrazia terriera a porsi alla testa della polis e di un mondo dedito all’artigianato e al commercio.
“Si tratta di un passo ulteriore verso l’apertura del Parco archeologico a nuove iniziative finalizzate alla sua piena fruizione – sottolinea il neodirettore del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria Bernardo Agrò -. Dopo i Cantieri della conoscenza, che nei giorni scorsi hanno consentito ai visitatori di rendersi conto direttamente dei risultati ottenuti dalla ultima missione di scavi condotta dalla New York University e dalla Statale di Milano, adesso è la volta dei Cantieri del gusto, con i grani antichi e i legumi coltivati dal Consorzio Ballatore o il vino prodotto dal vigneto impiantato all’interno del Parco dalla cantina Settesoli in collaborazione con la Strada del vino Terre Sicane”.
“Quest’anno nonostante l’andamento climatico non favorevole – osserva Dino Messina del consorzio Ballatore – siamo riusciti a seminare in tempo utile e ci aspettiamo di avere delle buone produzioni dal punto di vista quantitativo e anche sotto il profilo qualitativo”.