PARTANNA – Circa duemila attacchi hacker nel 2020 contro aziende pubbliche e private in Italia, molte delle quali impegnate nella lotta al Covid-19. Questo è uno dei dati emersi nel corso dell’incontro online dal titolo “Cybercrime: rischi e strumenti per arginare i crimini nell’era digitale”, svoltosi questa mattina (30 aprile) all’interno del programma di SITA 2021, la serie di eventi formativi su Scienze, Innovazione, Tecnologia e Ambiente, organizzata dal Comune di Partanna e dall’associazione Apice, nell’ambito del G55 Coworking/Fablab. La tavola rotonda in streaming rivolta agli studenti di tutte le scuole siciliane, realizzata con la collaborazione della Fondazione Rocco Chinnici, è servita a fare il punto su uno dei fenomeni più in espansione nelle società moderne, ovvero quello dei crimini informatici, che comportano un aggiornamento continuo delle normative e degli strumenti di contrasto.
Ai saluti istituzionali del sindaco di Partanna, Nicolò Catania, è seguita l’introduzione da parte di Giovanni Chinnici: il figlio del magistrato ucciso dalla mafia nel 1983, e presidente della Fondazione che ne porta il nome, ha prima di tutto ricordato il forte legame che legava il padre alla città di Partanna, dove ha svolto l’attività di Pretore dal 1954 al 1966, ed ha evidenziato come oggi ricorresse il trentanovesimo anniversario dall’assassinio a Palermo di Pio La Torre. «Rocco Chinnici e Pio la Torre hanno avuto la capacità di interpretare il presente, immaginando il futuro», ha sottolineato Giovanni Chinnici.
Quindi è stato il momento di Calogero Ferrara, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo, che nel suo intervento ha chiarito i termini del fenomeno Cybercrime, sulla scorta della sua attività professionale in merito. «Il Cybercrime ha superato il traffico di droga, tra gli ambiti più proficui per le mafie», ha precisato Ferrara, specificando che ormai nel mondo «almeno ogni 3 secondi avviene un furto di identità digitale».
Poi la parola è passata a Francesco Petruzzella, funzionario informatico presso la Procura della Repubblica di Palermo, che ha analizzato alcuni casi pratici, rivolgendosi in primo luogo ai giovani, particolarmente esposti ai pericoli dei crimini online: «I cloud costituiscono gli obiettivi principali dei cybercriminali per ottenere disponibilità di info personali, colpendo la riservatezza dei dati», ha detto Petruzzella, che ha raccomandato come «la prudenza è il migliore strumento contro un attacco criminale digitale». Quindi il funzionario informatico ha ricordato che, secondo i dati più aggiornati, «nel 2020 in Italia sono stati 1.871 i cyber attacchi nei confronti di aziende pubbliche e private». «Tra le strutture colpite, attraverso il blocco dei sistemi informatici – ha specificato Petruzzella – ci sono ad esempio aziende sanitarie impegnate a proteggerci dalla pandemia».