CASTELLAMMARE DEL GOLFO – Un terreno sequestrato alla mafia diventa un orto sociale. L’amministrazione comunale, infatti, ha affidato alla cooperativa “Unione delle famiglie”, un appezzamento di terreno sequestrato, di circa milleseicento metri, che è stato ripulito e adesso dovrà essere bonificato e predisposto per essere coltivato con mezzi anch’essi sequestrati, come ad esempio trattori, che saranno affidati alla cooperativa.
«Un’area che da abbandonata diventa viva e produttiva sia in termini economici che sociali – spiega il sindaco Nicolò Coppola – Il terreno che si trova in zona San Paolo della Croce, infatti, è stato assegnato alla cooperativa che è sorta a Castellammare quale espressione di un disagio sociale: si tratta di circa cento famiglie di concittadini che hanno serie difficoltà economiche; una parte della nostra città, abbastanza consistente, che si organizza e produce. Nell’orto ci saranno coltivazioni e piccoli allevamenti, come quelli di galline, per produrre modeste quantità di generi alimentari. Per aiutare gli altri utilizziamo ciò che abbiamo – prosegue il sindaco Coppola -, come un terreno sequestrato alla mafia che da improduttivo diventa risorsa. In linea con quanto afferma il nostro Papa Francesco usiamo quel che abbiamo per aiutare gli altri, chi ha difficoltà, ponendo fine agli sprechi. Un terreno abbandonato si trasformerà in uno spazio verde per offrire un’occasione di riscatto a persone in situazioni di svantaggio sociale. Contro la cultura dello spreco alimentare, i soci della stessa cooperativa già rivestono il ruolo di sentinelle dello spreco».
Si tratta di cittadini che raccolgono il cibo di ristoranti e supermercati, per utilizzarlo e distribuirlo tramite il progetto “Nutrire la vita” avviato dal Comune di Castellammare del Golfo in collaborazione con il locale commissariato di Polizia di Stato.
«Occorre dare attenzione a chi ha bisogno, agli ultimi, in particolare in questo difficile momento. Invito la città – conclude il sindaco Nicolò Coppola – a solidarizzare con i soci della cooperativa “Unione delle famiglie”: le sentinelle dello spreco sono riconoscibili dalle magliette che indossano. Occorre tendere loro la mano e non voltarsi dall’altra parte come purtroppo ancora in tanti fanno».