Il grande filologo, linguista e glottologo tedesco Gerhard Rohlfs (1892-1986), soprannominato “Archeologo della parola”, nel suo “Supplemento ai vocabolari siciliani” (1977), con la nota 2 della sua prefazione, precisava testualmente: – “Nella mia scelta mi riferisco principalmente al “Nuovo vocabolario siciliano-italiano”(Palermo 1868) di Antonino Traina, ppXIV+1159, con importante supplemento (pp1121-1159), il più ricco e il più completo fra vocabolari siciliani moderni allora in commercio: Del Bono, Biundi, Pasqualino, Piccitto, Tropea, Pitrè e soprattutto il “Nuovo dizionario siciliano-italiano” di Vincenzo Mortillaro, forte di ben tre precedenti edizioni, con il quale il Traina entrava subito in competizione e rispetto al quale risultava migliore e più moderno, come afferma Salvatore C. Trovato nella sua “Ricerca Paremiologica in Sicilia”, per l’inserimento di parole che ancora “talune vivono tuttavia in qualche proverbio e in qualche cantuccio dell’isola” laddove il dialetto del Mortillaro restava ancorato a quello della Palermo nobile e letterata di allora, piuttosto che a quello dei quartieri popolari e dei vicoli di Palermo
Giudizi così positivi erano già stati espressi dal Carducci e dal Pitrè e successivamente sottolineati da Leonardo Sciascia che, in un piccolo saggio del 1972, in cui parla della mafia siciliana, riconosce al Traina il primato dell’uso della parola “mafia”, riportata pertanto come neologismo nel suo vocabolario.
L’Enciclopedia Treccani, inoltre, relativamente alla lingua dell’Ottocento, al paragrafo “Lingua e dialetti”, cita solo tre lavori e uno di questi è il Nuovo Vocabolario Siciliano-Italiano di Antonino Traina.
Nato a Palermo nel 1843, laureato in Lettere e Filosofia, Antonino Traina si dedicò all’insegnamento e alla attività di filologo, morì a Messina il 28 dicembre 1908, sotto le macerie del terribile terremoto che distrusse quella città dove si era ritirato per dedicarsi alla attività di lessicologo.
Fu autore di una “Storia della Sicilia”, dell’opera “Natura e Statistica delle Lingue” e di altre opere minori.
Con il notissimo “Vocabolario Siciliano – Italiano” vinse il 1° Premio nel concorso bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione, il 6 Marzo 1890, per il migliore vocabolario dialettale, subito apprezzato e consigliato dal Pitrè.
Aveva cominciato nel 1894 la compilazione di un grande “Vocabolario Italiano Complesso” che riuniva, cioè, l’alfabetico, il metodico e il dialettale con la pronuncia e le flessioni grammaticali e contenente la lingua parlata e scritta, il linguaggio scientifico, quello delle arti e dei mestieri, i sinonimi e le etimologie.
Un lavoro mastodontico, come lo definì Carducci che poco prima di morire scrisse al Traina incitandolo a finire l’opera che riteneva superiore a tutti i vocabolari che erano in commercio, compresi il Tommaseo, il Fanfani, il Giorgini, il Rigutini e il Petrocchi.
Il Traina aveva già pubblicato una parte dell’opera presso l’allora ditta Paravia di Torino, vincendo anche con questo il 1° Premio al concorso filologico del 1897, al quale parteciparono i migliori vocabolaristi italiani.
Purtroppo, quel sisma impedì il completamento delle opere già cominciate e molti dei relativi manoscritti furono perduti tra le macerie.
Per la prima volta, in assoluto, si pubblica la foto di Antonino Traina, qui con la moglie Emilia Bivona.
Tino Traina (pronipote)