Chi ha memoria di una pubblicità televisiva in cui c’era una povera e simpatica nuora che costernata per l’esito non proprio felice del suo capo di vestiario preferito si rivolgeva alla suocera dicendole: “Guarda, come si è ridotto dopo il lavaggio?” aspettandosi solidarietà dalla suocera che, invece, le rispondeva con aria dottorale: “Eh cara, non è il lavaggio. E’ che tu continui a sbagliare candeggio!” E così, in tutti i canali TV ogni sera la suocera rimproverava la solita nuora (per definizione indegna del proprio figlio) perché non usava lo stesso Dash che usava lei. Ed era sempre la stessa suocera che convinceva la solita nuora a non accettare due detersivi in cambio di uno. Immaginiamo che invece di impiccare la suocera, (come sarebbe stato giusto e comprensibile) la giovane donna, per amore del figlio, alla fine avrebbe seguito i consigli della vecchia, aggravando il bilancio familiare con il detersivo pubblicizzato e con i candeggi suggeriti, motivo per altro di una nuova lite tra suocera e nuora: “tu spendi troppo”.
La tradizione partannese vuole che suocera e nuora siano scese insieme dal cielo spalle contro spalle ( “culu ccu culu”) perché se fossero scese di fronte – face to face – le due donne si sarebbero graffiate.
Oggi queste cose fanno ridere. E diciamo che possono succedere solo in TV dato che i rapporti tra le due figure sono cambiati. La suocera infatti – specie se vedova – ha ormai un rapporto amicale con la moglie del figlio (o no?).
Un progresso rispetto al passato?
Macchè. Sono cambiati i personaggi, ma i rapporti sono gli stessi.
Ora il personaggio è l’elettricista, l’idraulico, il tubista, il rifacitore di bagni, il piastrellista e tutte quelle “mezzecazzuole” che il terremoto ha diplomato capimastri. Se avete provato a chiamare l’idraulico per avere aiuto (peraltro ben remunerato e senza fattura) la prima cosa che fa il professionista è di rimproverarvi. Dopo un’occhiata al danno vi dice subito: “Signora, e ora mi chiama? Non poteva chiamarmi (ironico) non appena tutto fosse stato marcio e la casa si sarebbe allagata? E chi glielo ha fatto questo impianto? Un ‘nnavia di cchiù tinti?”. L’elettricista vi investe con una marea di parole e rimproveri: ma lo sa che poteva saltare in aria? Il falegname vi dice che le finestre sono state male e che voi le avete trattate ancora peggio… Perché avete chiamato altri? Perché non li avete chiamati prima? Inutile dire che è da almeno tre mesi che cercate di chiamare (ma erano sempre occupati) che avete cercato di provvedere.
La colpa è vostra, sempre vostra. Medici, avvocati, professionisti vengono presi a male parole da chi arriva con il compito di aiutarvi.
Tempo fa venne da me un idraulico. “Dov’è il tubo? Da dove parte il tubo del lavandino? Qui c’è una perdita”. Che ci fosse una perdita anche un avvocato o una casalinga lo sa: è per questo che ha chiamato l’idraulico. Quel mio idraulico dopo avermi rimproverato per la mia trascuratezza, si è messo alla ricerca del tubo facendo degli “assaggi” e ad ogni buco mi coinvolgeva nel SUO lavoro.
“Minchia.. e qua non c’è. Minchia è qui guai avemu. Ma possibile che non sa dove le hanno messo il tubo?”
Mi sono ritrovato la cucina come un gruviera, il formaggio con i buchi.
L’artigiano procedeva come i topi di Skinner: per prove ed errori. Più errori che prove. Finalmente ha trovato. “E qui lo dovevano far passare? Vede cosa succede a chi chiama certi idraulici?”
Riparato il guasto e compensatolo in base non al lavoro, ma al numero delle sue imprecazioni e rimproveri se ne andò.
Dopo è arrivato mio cugino. Ha visto il gruviera. “Qui ti ci vuole il muratore!”. Mi viene da piangere.
– Non dirmi che hai chiamato quello, il “ballista”.
– Sì.
– Ma se era lo stesso che ti aveva fatto l’impianto!
di Vito Piazza