Brutale aggressione a poliziotto da parte di due fratellastri detenuti

TRAPANI – Prosegue a spirale di violenza nelle carceri italiane. L’ultimo grave evento è accaduto, come riporta il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece, nella Casa circondariale di Trapani: “Continuano le aggressioni da parte dei detenuti nei confronti della Polizia Penitenziaria in Toscana. Questa volta è il personale in servizio a Trapani ad aver vissuto una mattinata da incubo. Due detenuti italiani, tra di loro fratellastri, già recidivi per atti di violenza, al rientro dai passeggi pretendevano di fare subito una telefonata nonostante vi fossero altri ristretti in attesa. Il Sovrintendente di Polizia Penitenziaria glielo spiegava ma, proditoriamente, uno ha tentato di bloccarlo alle spalle e l’altro lo ha colpito con un pugno allo zigomo. Queste sono situazioni che destabilizzano l’ordine, la sicurezza e la serenità del personale operante. Pertanto, considerato quanto previsto dal protocollo in vigore, si rende indispensabile disporre il trasferimento degli aggressori in altro istituto penitenziario”.

Capece evidenzia ancora che “le carceri siciliane stanno vivendo ormai da tempo momenti di grande difficoltà nella gestione dei detenuti. Sono continue le aggressioni al Personale che si verificano senza che vi sia un intervento da parte degli organi superiori. La gestione e movimentazione dei detenuti protagonisti di aggressioni ci lascia alquanto perplessi, in quanto non sempre vengono applicate repentinamente le normative ministeriale che prevedono il trasferimento immediato del detenuto che che si rende protagonista di aggressioni nei confronti del personale”.

Per il segretario generale del SAPPE, che esprime solidarietà e vicinanza al collega ferito, “quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. “Sono mesi che portiamo avanti le battaglie a favore di ogni singolo appartenente alla Polizia Penitenziaria”, spiega, “mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell’antipolizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio. Dimenticando l’infinito lavoro quotidiano che tutte le donne e gli uomini in divisa compiono con abnegazione ed altissima professionalità ogni giorno”. Netta la denuncia del SAPPE: “Presto torneremo in piazza per manifestare il dissenso verso chi ci ha lasciato senza tutele di fronte a problemi sempre più complessi e per ricendicare tutele, garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, bodycam e Taser, su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali”.


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