TRAPANI – Catturato nella notte a Xitta, nel Trapanese, il detenuto che venerdì mattina (12 maggio) era evaso dal Tribunale di Trapani dove avrebbe dovuto presenziare ad un’udienza. “E’ un’ottima notizia e i nostri complimenti vanno all’articolazione siciliana del Nucleo Investigativo Centrale del Corpo di Polizia Penitenziaria che, in collaborazione con le altre forze di Polizia, si era immediatamente posto sulle tracce del fuggiasco”, commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”.
Donato Capece denuncia “una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”. E denuncia, infine, il quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche in ospedali e centri medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla Polizia Penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti o per le udienze nelle varie Aule di giustizia: “Questo dovrebbe fare capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.