TRAPANI – Stamane (10 febbraio) presso i saloni di rappresentanza della Prefettura di Trapani, il Prefetto Filippina Cocuzza, alla presenza delle Autorità civili e militari della provincia, ha celebrato la ricorrenza del “Giorno del Ricordo“, in memoria della tragedia delle foibe, dell’esodo giuliano dalmata e delle vicende del confine orientale.
Come ha ricordato il Prefetto, si tratta di uno degli avvenimenti più dolorosi della storia italiana, un capitolo buio su cui per anni è calato il silenzio e che oggi deve rappresentare un ulteriore spunto di riflessione sugli avvenimenti che stanno interessando il mondo che ci circonda e gli scenari di guerra che ancora una volta toccano anche la società civile.
Nell’odierna cerimonia sono stati coinvolti docenti e studenti di alcune scuole del territorio, in particolare l’Istituto Comprensivo Luigi Pirandello S.G. Bosco di Campobello di Mazara e dell’ISSITP “Ferrigno-Accardi” di Castelvetrano e Campobello di Mazara, territori che in quest’ultimo periodo hanno avuto una particolare rilevanza mediatica.
Il Prefetto ha rivolto un particolare ringraziamento ai dirigenti scolastici che hanno contribuito, favorendo la partecipazione dei ragazzi, all’organizzazione della giornata odierna, e ha evidenziato come la memoria del passato sia importante per rinsaldare la civiltà di un paese e costituisca materia fondamentale per le scuole, le istituzioni e tutta la comunità.
Gli studenti hanno partecipato attivamente alla giornata offrendo personali contributi audiovisivi sull’argomento.
In particolare, quaranta alunni dell’Istituto tecnico professionale “Ferrigno-Accardi” di Castelvetrano e Campobello di Mazara hanno intonato l’Inno di Mameli ad inizio della celebrazione e proseguito con la lettura di poesie e brani e con la proiezione di un breve video sulla storia di Norma Cossetto, giovane studentessa istriana uccisa dai partigiani jugoslavi nei pressi della foiba di Villa Surani.
Una quindicina di studenti dell’Istituto Comprensivo Luigi Pirandello S.G. Bosco di Campobello di Mazara, invece, sono intervenuti con la lettura di brevi riflessioni e poesie e di una lettera inviata a Putin scritta da alcuni giovani al fine di invocare la pace, e, infine, con l’esecuzione dal vivo del brano musicale “La vita è bella”.
Il Prefetto ha, quindi, ringraziato i circa 50 studenti presenti per i lavori preparati con cura e impegno, sottolineando come spetta ai giovani, future generazioni, conservare la memoria di questi eventi tragici per migliorare la società, condannando ogni forma di prevaricazione e violenza. Solo in tal modo si può contribuire a rafforzare gli istituti della democrazia e promuovere la pace e collaborazione internazionale”.
Hanno partecipato anche il vicesindaco di Trapani, il commissario straordinario del Libero Consorzio comunale di Trapani e il sindaco di Campobello di Mazara che sono intervenuti con delle brevi riflessioni.
Nel corso della commemorazione è intervenuto il dott. Fabio Lo Bono, autore del saggio storico “Popolo in fuga, Sicilia terra d’accoglienza”, che ha raccontato ai ragazzi alcune vicende, descritte nel suo libro, di integrazione degli esuli giuliano-dalmati che, giunti in Sicilia nel secondo dopoguerra, sono stati benevolmente accolti dal popolo siciliano. Si tratta di storie che mettono in risalto da un lato la sofferenza di popoli in fuga e, dall’altro, il senso di profonda accoglienza che caratterizza il popolo siciliano.
A conferire all’iniziativa maggiore concretezza sono state, inoltre, le testimonianze dirette sulle esperienze dell’esodo che sono state offerte da un esule fiumano, Martino Casagrande, che ha raccontato di aver dovuto abbandonare la propria città Fiume, all’età di due anni, insieme al fratello Oscar e al resto della famiglia, e di aver compiuto un viaggio fino in Sicilia, ove l’intera famiglia è stata accolta benevolmente, la madre e il padre hanno trovato un lavoro e lui ed il fratello hanno frequentato scuole a Palermo e intrapreso, da grandi, la carriera nautica.
La seconda testimonianza è stata fornita dalla sig.ra Audrey Brusca, figlia dell’esule fiumana Grace Bortul, ha raccontato le vicende subite dalla madre durante l’esodo avvenuto dalla città di Fiume nel 1949 a causa delle vessazioni e violenze esercitate da parte dei partigiani di Tito e la storia del viaggio che l’ha condotta in Sicilia fino al campo profughi “La Masa” di Termini Imerese.
Nell’occasione, per rendere ancora più concreta la testimonianza, è stata presentata una mostra fotografica allestita presso la Prefettura, ritraente alcuni momenti significativi dell’esodo istriano e della vita quotidiana all’interno del campo profughi “La Masa” di Termini Imerese. La stessa resterà aperta al pubblico e alle scolaresche interessate anche nella mattinata di sabato 11 febbraio fino alle ore 13.00.