Come volevasi dimostrare… a Partanna le feste si sanno fare!

di Antonino Bencivinni          Sui risultati delle feste estive possiamo dire “déjà vu”. Non c’è bisogno di ricordare la copertina di Kleos del settembre 2010 quando ancora i partannesi non erano abituati alle feste estive di richiamo che riuscivano (e riescono) a far venire a Partanna migliaia e migliaia di persone interessate alle diverse attrattive che una competente organizzazione riusciva e riesce a mettere in campo ormai da anni. E non stiamo a dire che le notti bianche (ben tre quest’estate) sono state, assieme alla sagra della Cipolla di Partanna, fonte di guadagno soprattutto per i numerosi bar che insistono attorno alla Piazza Falcone e Borsellino, ma anche (è il caso soprattutto degli eventi appena citati) per gli esercizi commerciali di tutto il corso. L’organizzazione è ben collaudata: navette gratuite, visite al Castello, offerte di prodotti vari; non è il caso di parlarne dopo anni di risultati positivi che gli abitanti dei paesi vicini riconoscono con ammirazione. Qui, quindi, ci soffermiamo su alcune critiche che vengono rivolte alle feste non per abolirle (sarebbe questo l’assurdo intento dell’opposizione politica che critica le feste perché costerebbero tanto?) ma per contribuire a renderle più funzionali: nel corso delle iniziative programmate molto spesso è stata trascurata la parte iniziale del corso che ha visto un afflusso di persone ben lontano dal numero di presenti nella zona principale (per intenderci zona piazza Falcone Borsellino – piazza Umberto I); i bagni pubblici della zona Campanile di San Francesco non in tutte le manifestazioni sono stati aperti al pubblico e resi funzionali; alcune iniziative programmate (soprattutto quelle con location ad inizio corso) sono state più per addetti ai lavori che non per un pubblico più vasto; uno spazio maggiore avrebbe meritato nella programmazione quello da dedicare alla promozione dei prodotti, come è avvenuto con successo, ad esempio, con la cipolla di Partanna; un’attenzione in più per il decoro urbano (oltre a quella già manifestata dall’assessore al ramo) non sarebbe stata un male, se si considera quanto ci descrive la foto, qui pubblicata, del Belvedere che si trova attaccato alla porta del Castello Grifeo dove entrano gli sposi (che per la pressoché totalità vengono da fuori) che decidono appunto di sposarsi al Castello e che hanno sotto gli occhi questo brutto spettacolo che li fa ovviamente meravigliare e lamentare, come ci è stato amaramente riferito da alcuni abitanti della zona.


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